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Intossicati in sette della stessa famiglia dal monossido di carbonio di una stufa

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 15 gennaio 2003

A Portoferraio nella serata di Martedì è accaduto qualcosa che avrebbe anche potuto mutarsi in tragedia, ben sette persone appartenenti allo stesso nucleo familiare sono state ricoverate in ospedale per un collettivo avvelenamento da monossido di carbonio. Il campanello d’allarme è scattato quando il più giovane dei componenti il gruppo un bambino di 10 anni, che si trovava a casa della nonna in Via Carducci a ha iniziato a lamentare disturbi quali la mancanza di senso dell’equilibrio e nausea erano circa le 21 ed i familiari chiamavano la Guardia Medica. Interveniva il Dott. Giustino De Rosa che vista la strana sintomatologia del piccolo paziente ne decideva il trasferimento in ospedale, ad effettuare l’intervento erano i volontari della Pubblica Assistenza Croce Verde di Portoferraio che raggiungevano l’abitazione con la loro ambulanza e con il medico di turno Dott. Luigi Ciompi. I due sanitari cominciavano a sospettare che i locali fossero saturi di monossido di carbonio e facevano immediatamente areare i locali, e i sospetti trovavano conferma nelle analisi effettuate sul sangue del ragazzo appena ricoverato in ospedale che segnalavano la presenza del silenzioso killer. Ma il gas era emesso da una stufa catalitica a pannello e si era accumulato oltre che in quello del bambino anche in quello dei parenti che avevano sostato nell’appartamento negli ultimi giorni. E così sono giunhti alla spicciolata nell’ospedale di portoferraiese altri sei congiunti del ragazzo ricoverato: il padre, la nonna, due zie e due cugine. Per fortuna la concentrazione di monossido di carbonio accumulatasi nel sangue degli intossicati era ancora a livelli tali che tutti dovrebbero recuperare il loro stato di salute in pochi giorni. Alcuni di loro erano dimessi dal nosocomio portoferraiese nella giornata di mercoledì gli altri li raggiungeranno a casa entro venerdì prossimo. Ma fa gelare molto più della temperatura di questi giorni, il pensiero di quello che sarebbe potuto accadere se l’intera famiglia avesse continuato ad inalare senza accorgersene il micidiale gas, sulla cui origine, dopo che nella mattinata di mercoledì è stato smontato il pannello rilevandone le cause del cattivo (anzi pericolosamente pessimo) funzionamento non ci sono più dubbi.


ospedale

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porta fabbri

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