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Controcopertina: Il Forte Inglese, tra rovi e lamiere

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 13 giugno 2004

Da quassù sembra di essere a cavallo di Portoferraio, ma il Forte Inglese è malato, azzoppato dall’incuria e sbriciolato dall’indifferenza. Solo qualche pittore ci resiste, il set decadente è spunto di idee e i topi risparmiano ancora le tele. Eppure è un monumento imponente. Fatta costruire da Cosimo III nel 1703 (Forte S.Giovanni Battista), demolita nel 1728 per ordine di Gian Gastone, ultimo dei Medici, la fortezza viene ripristinata e ribattezzata dagli inglesi quando Orazio Nelson al comando della flotta britannica prende possesso della piazza di Portoferraio (10 luglio 1796- 16 aprile 1797). Dopo il passaggio alla Francia, nel 1803 si prevede un ampliamento del Forte Inglese (che prende il nome di Fort S. Hilaire), si progettano il Forte S. Cloud (accanto alla centrale degli ex Alti Forni di Portoferraio), una ridotta a S. Rocco, una sul monte delle Bombe e un altro forte sul monte Albaro (o Montebello). Nel 1877, perduta ogni importanza militare, il Forte Inglese è destinato ad alloggio di domiciliati coatti. All'inizio della seconda guerra mondiale viene riarmato (con una Breda binata da 20 mm.) e presidiato da militari richiamati che, nell'ottobre del '39, vi costruiscono accanto un acquartieramento. Nel dopoguerra diventa una sorta di bidonville di pietra, dà un tetto alle famiglie più disagiate, diventa sinonimo di abitazione di frontiera. Adesso il degrado all’esterno è seminascosto dall’erba altissima, si intravedono soltanto i tetti in lamiera della baracche, che incamerano reti di tutte le fogge, telai morenti, cancelli in crisi d’identità. Poco più in là, sul lato Consumella, una discarica pluriennale espone armadi, ferri, disidratati pc del paleolitico superiore. Un serbatoio in eternit si sbriciola al sole. L’interno della struttura è ancora affascinante, il ponticello d’accesso odora di gelsomini, i corridoi esalano muffe antiche, il fresco è rigenerante. Ma calcinacci ed ingombri vari, e un abbandono decennale, rendono la fortezza morente. Non sono mancati studi per il suo recupero. Alcuni progetti più conservativi non prevedevano lavori massicci, soltanto un restauro soft dell’esistente per la creazione di uno spazio destinato alle esposizioni, ai concerti, alla semplice contemplazione del panorama. Non se ne è saputo più niente, lo sfratto dato ai pittori, contestato ma pare motivato dall’intrapresa di un percorso di recupero, e poi non più sollecitato, sta diventando esecutivo da solo, grazie al degrado. Dopo la denuncia di Legambiente e l’interrogazione dell’On. Ermete Realacci sull’incuria del Forte Falcone anche questo vecchio cuore di pietra dovrebbe entrare di diritto nell’elenco dei monumenti da recuperare.


forte inglese baracche

forte inglese baracche

forte inglese discarica

forte inglese discarica

forte inglese panorama

forte inglese panorama