Torna indietro

Il gioco della democrazia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 09 giugno 2004

Caro Direttore, ho letto i due ultimi interventi della ormai mitica diciassettenne con la quale mi complimento per la verve polemica, pur non condividendo quasi niente di quel che dice, ma la Signorina ha una strana concezione della Democrazia e dell’opposizione, che preoccupa molto soprattutto se dovesse essere esportata nel mondo reale del confronto democratico. Dice più o meno la nostra Signorina rivolta alla Sinistra: siete ipocriti, perché prima avete attaccato Ageno ed ora fate finta di essere rattristati perché è finito in galera. Se foste coerenti dovreste uscire in piazza con le bandiere e stappare bottiglie di spumante. Una visione un po’ rozza e manichea della politica, simile al trucchetto retorico che viene automatico a tutti i politici (di destra e di Sinistra) che si trovano sotto attacco, un atteggiamento ben impersonato dal nostro Presidente del Consiglio che dice ad ogni piè sospinto che l’Opposizione non lo lascia lavorare, che è cattiva, invidiosa, comunista, amica dei terroristi. Insomma chi è contro Sindaci e Governanti è, secondo i casi, contro il Paese, la Città, la Regione, l’Italia intera. E il cattivo non è chi commette, incoraggia, tollera e trae vantaggi dai comportamenti scorretti, ma chi li denuncia. Ma in democrazia chi vince le elezioni è chiamato a governare (non a comandare, come pensano in molti), chi le perde deve fare l’opposizione. Chi è in minoranza deve controllare gli atti e l’operato di chi governa perché questo è il nocciolo ed il succo della democrazia: il Governo deve avere un contrappeso che è l’Opposizione e le Minoranze hanno diritti che vanno rispettati. Dove questo non accade si hanno le finte democrazie, i regimi autoritari e le dittature che considerano l’Opposizione ininfluente se non criminale. In questi regimi il capo è sacro, il Governo intoccabile, il regime ha sempre ragione, l’opposizione è contro la Patria, la Magistratura è asservita al potere ed ogni rilievo politico viene fatto passare per un attacco vile a patriottici padri di famiglia che hanno a cuore il bene di tutti. In questi regimi all’Opposizione restano solo due alternative: il colpo di stato (solitamente fatto da altri con la stessa smania autoritaria) o la rivoluzione che raramente porta ad un regime democratico. Fortunatamente non è ancora il caso dell’Italia e soprattutto dell’Elba. Una buona e democratica opposizione DEVE controllare tutti gli atti della Maggioranza, denunciare pubblicamente le cose che non vanno, chiedere conto degli sbagli di chi governa, pretendere spiegazioni da chi amministra. Una buona opposizione (ed un buon cittadino) davanti a possibili reati ha il dovere di denunciarli. Così come un Sindaco, che è il più alto rappresentante della legge nel suo Comune e che veste la fascia tricolore quale simbolo della Repubblica Italiana, ha il dovere di rispettare la Costituzione e le leggi e le regole che i cittadini si sono liberamente dati attraverso il Parlamento, la Regione, la Provincia, il Comune. Cosa sta succedendo all’Elba? Le Opposizioni fanno di tutto per mandare in galera chi Amministra? Non mi pare, le minoranze di destra e di sinistra fanno (non sempre) opposizione, valutano gli atti, denunciano quello che a loro sembra non conforme alla legge, evidenziano scelte politiche che non condividono. Non è che uno fa opposizione perché vuol mandare in galera il suo avversario politico, la fa perché vuole far risaltare gli errori commessi, le promesse non mantenute, gli atti non condivisi, lo fa perché vuole che l’Opposizione possa un giorno diventare Governo. Questo succede in tutte le democrazie (anzi, in Italia la soglia di tolleranza per i peccati dei politici è molto più alta che altrove!), serve a distinguere gli uni dagli altri, a capire le diverse opzioni politiche e di proposta culturale ed economica. Se poi, come nel caso di Portoferraio interviene la Magistratura è perché quanto venuto fuori può avere anche rilevanza penale, ma questa è materia dei Magistrati, non della politica. E’ per questo che non bisogna mai gioire delle disgrazie penali dei propri avversari politici, un buon politico, chi fa politica con passione ed altruismo (e qualcuno esiste ancora), sa che ogni arresto di Amministratori è un colpo alla credibilità democratica delle istituzioni e quindi del Comune, della Provincia, della Regione, dello Stato che anche lui vorrebbe governare in maniera diversa. La Signorina diciassettenne dovrebbe preoccuparsi di più dei Comuni dove non succede nulla (e all’Elba non mancano) dove l’opposizione e cieca, sorda e muta, dove la lotta politica non c’è più, sostituita da sotterranei scontri personali, faide di famiglie, accomodamenti, scorribande incontrollate di gruppi di interessi, dove i partiti sono autobus dai quali si sale e si scende a seconda delle fermate elettorali. In Comuni come questi la democrazia è ormai una farsa, il Sindaco non viene attaccato politicamente ma combattuto con le sue stesse armi, convinti che con un po’ di clientelismo, chiudendo gli occhi sugli abusi e le violazioni di legge, non ci si farà nemico nessuno e che gli elettori saranno presto pronti a cambiare cavallo purchè tutto resti uguale. In Comuni come questi la politica non si fa alla luce del sole, ma con la maldicenza, l’inganno elettorale, i ribaltoni, il salto della quaglia, le promesse di prebende e privilegi. E l’avversione per chi amministra non è volta a capire e far capire come funzionano le cose, ma si trasforma in odio personale, in squadre contrapposte che però giocano la stessa partita ed usano gli stessi metodi. In paesi come questi, dove l’opposizione si occupa del colore delle scarpe del Sindaco e chiude gli occhi sulle cose gravi, sui Piani Strutturali, sugli appalti e sull’edilizia allegra, forse nessuno finirà in galera ma in prigione ci sono già la democrazia e la libertà dei cittadini di capire e di scegliere.


mazzantini umberto

mazzantini umberto