Per il ministro della Giustizia Castelli, Pianosa è al momento un simbolo dello spreco: “Esiste una bella caserma dei Carabinieri, nuovissima, mai utilizzata. L'isola è una Porto Rotondo reale per valore architettonico e turistico: ma ha bisogno di essere recuperata, dalle strade ai parchi. Pianosa necessita di un grande lavoro per essere riportata ad uno stato degno della sua bellezza». L'ipotesi è quella di recuperare con un laboratorio per il reinserimento sociale dei detenuti, situazioni recettive già esistenti, "visto che gli unici abitanti di quelle strutture sono ora i topi". Ma, sia per Matteoli che per Castelli, il protocollo di intesa siglato al ministero della Giustizia non significa che l'attività lavorativa dei detenuti a favore della valorizzazione e dello sviluppo della natura protetta italiana partirà proprio da Pianosa e dall'Asinara. Può darsi, dicono che si cominci dal Parco del Pollino o dallo Stelvio». I progetti non sono stati ancora definiti ma lo saranno via via. e potranno riguardare attività lavorative come agricoltura biologica, agriturismo o sviluppo dei prodotti tipici. Insomma, tutto ciò che serve a tutelare l'ambiente. I detenuti potranno accedere ai lavori ambientali su base volontaria e - come ha spiegato anche il responsabile del Bat, Giovanni Tinebra - potranno accedere a questo tipo di programma i detenuti che si saranno distinti per buona condotta che è l'unico indizio esterno della risposta al trattamento. Il progetto non sarà a costo zero, anche perché bisognerà provvedere a costruire o risistemare strutture in grado di accogliere i detenuti durante la notte. Il ministro Matteoli ha annunciato che saranno valutate ipotesi di investimento, mentre il ministro Castelli ha sottolineato come ciascun progetto verrà esaminato “caso per caso” anche perchè un detenuto che lavora costa di più di uno che non lavora. E inoltre c'è da risolvere il problema del trasporto dei detenuti, e quindi quello del personale della polizia penitenziaria. In ogni caso, entrambi i ministri hanno fatto notare come iniziative simili siano già in corso a livello locale. "Ad esempio - ha detto il guardasigilli - nel penitenziario di Bergamo è stata siglata una convenzione con sei Comuni che consiste nel permettere ai detenuti di svolgere lavori di lavorare come operatori ecologici nel settore della manutenzione del fondo stradale". Anche Matteoli ha ricordato come in alcuni negozi dell'isola d'Elba lavorano alcuni commessi che sono detenuti, anche condannati all'ergastolo. "La mattina lavorano, e la sera tornano nel carcere di Porto Azzurro. Ho sostenuto con forza la chiusura del penitenziario di Pianosa - ha detto il ancora il ministro - in una battaglia che è durata oltre 20 anni. Lo dissi già nel '94 in una intervista. Lo dissi quando ero ministro e dalla sinistra qualcuno affermò che era per fini speculativi. Il che è una sciocchezza. Chi conosce Pianosa lo sa, ma non vorrei che Pianosa facesse la fine di Capraia, saccheggiata e abbandonata in condizioni ignobili. Non mi sentirei sconfitto se si riaprisse il carcere per dare ai detenuti la possibilità di andare a Pianosa con scopi ambientali. In questo caso ben venga".
Pianosa Marchese