Sergio, Leggo sul numero di Elbareport di domenica la tua risposta al Signor Riccardo in merito ad alcune considerazioni sulla “misura cautelare” (Controcopertina).Parlando delle accuse che, in un clima diverso, avrebbero potuto indirizzarsi alla Giunta Ageno, indichi questa: “……: Ageno con la sua giunta di incompetenti, e forse col beneplacito di qualche funzionario nell'occasione troppo debole, si è (questo sì, lo dicevano i vecchi) mangiato il vitello in corpo alla vacca, mungendo alle banche anticipazioni sulle future entrate per svariati miliardi delle vecchie lire. Una condotta legale, certo, ma scandalosamente miope: una deriva chiodaiola che chiunque succederà ad Ageno dovrà far pagare ai cittadini con minori servizi.” Come sicuramente saprai sono dal novembre 2002, e fino alla scadenza del mandato del Sindaco, il dirigente dell’area servizi finanziari del Comune di Portoferraio e probabilmente ti rivolgi a me quando parli di “funzionario nell’occasione troppo debole”. Ti riferisci, penso, alle anticipazioni di tesoreria di cui all’articolo 222 del testo unico degli enti locali ed oggetto di una variazione di bilancio ancora da ratificare. La norma prevede che il Tesoriere (nel caso nostro la Banca Monte dei Paschi di Siena) metta a disposizione del Comune, su richiesta, una somma non superiore ai tre dodicesimi delle entrate accertate nel penultimo anno precedente (nel caso specifico nel 2002). Ogni anno, pertanto, entro il mese di gennaio la Giunta Comunale manifesta l’intenzione di eventualmente utilizzare questo strumento, che anche tu definisci “legale”, per far fronte a bisogni di liquidità pagando un tasso di interesse pari all’Euribor del periodo considerato Dal 1997 ad oggi la Giunta Comunale ha sempre deliberato la facoltà di assumere anticipazioni di Tesoreria e, in dettaglio i provvedimenti sono risultati i seguenti: Delibera n. 4/97 per euro 1.807.600,00; delibera 2/98 per euro 2.305.980,00; delibera 3/99 per euro 2.533.956,00; delibera 2/2000 per euro 2.572.337,000, delibera 4/01 per euro 2710.530,85, delibera 2/2002 per euro 2.640.410,14, delibera 2/2003 per euro 2.958.380,83 e delibera 4/2004 per euro 3.264.573,93. Dal 1997 al 2003 l’anticipazione per la quale è stata richiesta la disponibilità non è mai stata utilizzata. Quella del 2004 è stata utilizzato per la somma di euro 1.912.797,75 e restituita al Tesoriere. Pertanto al 7 maggio 2004 l’Ente non ha alcun debito nei confronti della Banca Monte dei Paschi. L’andamento crescente dell’ammontare dell’anticipazione è giustificato dal fatto che le entrate dei primi tre titoli dell’entrata sono aumentate nel corso degli anni così come sono aumentate le spese correnti. Ribadisco, dunque, che l’importo di euro 1.912.797,75, interessante il corrente anno, è stato utilizzato e restituito alla banca nel periodo compreso tra il febbraio ed il 7 maggio 2004 per un costo di circa 1.500,00 euro. Per quali motivi, per la prima, volta si è proceduto all’utilizzo dell’anticipazione. Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 231/2002 “Attuazione della direttiva 2000/35/CE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali” (G.U 23 ottobre 2002 n.249) è stato sancito il diritto dei soggetti che vantano crediti verso pubbliche amministrazioni ed, in genere, verso tutti gli operatori economici di pretendere interessi di mora (con un tasso maggiore di circa 7 punti rispetto a quelli applicati dal Tesoriere al Comune) nel caso dei ritardi nei pagamenti. La norma riguarda tutti i fornitori di beni e servizi dell’Ente e rende, di fatto, impossibile provvedere ai pagamenti solo quando si entra nella disponibilità si somme previste in bilancio. Un esempio. Nel bilancio 2003 approvato da Esa spa il 31 maggio scorso, tra le voci di costo è riportata anche quella relativa a “interessi passivi di mora” pari ad euro 31.111.,94. Il Comune, socio di Esa al 99,70%, rappresenta il principale soggetto al quale la partecipata fattura i propri servizi. I ritardi dei pagamenti nei confronti di Esa provocano ritardi della stessa Esa nei confronti dei propri fornitori che, ai sensi di legge, richiedono gli interessi di mora. Dei ritardati pagamenti del Comune nei confronti di Esa si sono lamentati nel corso del 2003 sia il Presidente che il Direttore. E’ persino giunta all’Ufficio Ragioneria una nota di sollecito da parte della Prefettura. Dal 2004 è stato necessario, nei limiti del possibile, cercare di rispettare le scadenze debitorie nei confronti di tutti i fornitori e della partecipata in modo particolare. Dal gennaio al giugno 2004 sono stati emessi mandati di pagamento a favore di Esa pari a circa 1.941.000, 00 euro (valore di poco superiore, da solo, all’ammontare dell’anticipazione utilizzata). Ritardare, tra gli altri, questi pagamenti avrebbe esposto Esa, come detto, ad un tasso di interesse passivo superiore di sette punti rispetto a quello sopportato dall’Ente. Vedi dunque che con il meccanismo dell’anticipazione miliardaria di tesoreria poco c’entra il funzionario debole e la incompetenza della Giunta. Con questo però non intendo affatto minimizzare i problemi finanziari dell’Ente. Il mancato rispetto del patto di stabilità (dovuto principalmente alle spese straordinarie relative alla gestione dei rifiuti, alle spese di ricapitalizzazione della Cosimo de’ Medici con i correlati incrementi dei corrispettivi contrattuali ed alla chiusura di varie transazioni [Digep; Falconetta]), l’impossibilità di assumere mutui e personale ed il taglio dei trasferimenti statali sono grosse ombre che renderanno difficile il lavoro di chi verrà o rimarrà. Una cosa però mi preme sottolineare: i problemi finanziari del Comune di Portoferraio derivano da una crisi di natura generale (stato della finanza pubblica) e di natura particolare. Quelli di natura particolare hanno tuttavia rilevanza sproporzionata rispetto alle nostre possibilità. Primo tra tutti il problema dei costi di raccolta e smaltimento rifiuti. Non ultimi ì costi del trasporto pubblico locale, i costi di manutenzione del patrimonio immobiliare comunale, le spese crescenti riguardanti i servizi sociali, le spese legate alla viabilità ed alla tutela del territorio. Soprattutto da questi punti, corrispondenti a costi sempre crescenti, nasce la “deriva chiodaiola” ed il rischio della diminuzione dei servizi. Per uscire dalla deriva è necessario l’intervento straordinario di enti sovraordinati quali la regione od addirittura lo Stato con apposite sovvenzioni o finanziamenti. Su altri temi non mi permetto di entrare, ma certamente lo stato delle finanze dell’Ente non dipende esclusivamente né dalla competenza di alcuni né dalla debolezza di altri. Concludo ricordando che sono in via di chiusura le operazioni riguardanti il Rendiconto 2003 (conto consuntivo) che, come negli precedenti, evidenzia un avanzo di amministrazione di circa 700.000,00 euro. Il dato non è ancora definitivo perché è in corso la revisione dei residui. L’avanzo definitivo potrà, tra l’altro, essere destinato ad assestare le previsioni 2004 e per far fronte ad alcuni debiti fuori bilancio in base alla procedura di cui agli all’art. 194 del testo unico. Ti ringrazio per lo spazio che mi concedi.
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