Torna indietro

Perché non gioisco per la vicenda di Giovanni Ageno

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 05 giugno 2004

Ho appena finito di leggere la lettera della "solita lettrice diciassettenne di Portoferraio", che non ho la più pallida idea di chi sia ma che, chissà perché, mi fa venire in mente la famosa "casalinga di Voghera" di arbasiniana memoria. Che dire? Certo anch'io, come tutti, sono rimasto sconvolto dalle notizie che arrivavano dall'Elba, anche perché conosco Giovanni (anche se io l'ho sempre conosciuto come Giancarlo) Ageno fin da quando ero bambino e, oltre ad abitare di fronte a casa mia, era anche il medico curante di mio nonno, quindi una presenza quasi familiare tra le mura di casa. E sono ovviamente dispiaciuto per lui, per suo figlio che ho conosciuto bambino, e per sua moglie, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare. E questo, ovviamente, prescinde da qualunque considerazione o giudizio di tipo politico. Ageno appartiene a una parte politica in cui non mi riconosco e, certamente, se fossi stato ancora un cittadino di Portoferraio, mi sarei battuto contro la sua giunta, magari anche in maniera aspra, ma non per questo avrei gioito vedendolo in galera. Cara "solita lettrice diciassettenne di Portoferraio", quandi dici che chi ha attaccato Ageno adesso dovrebbe manifestare soddisfazione per il fatto di vederlo in galera, in realtà non fai altro altro che proporre il "tuo" modello di comportamento, becero e volgare, anche a chi non lo condivide. Quanto poi alla presunta "tempestività" dei magistrati inquirenti, be', questo è un modo di pensare ancora più becero e ancora più volgare. Spero che tu abbia davvero diciassette anni, così, magari, hai ancora tempo per cambiare.


ageno fratti

ageno fratti