"A dieci giorni dalle elezioni calpestata la dignità della politica degli elbani. Gli elbani respingono il tentativo di dipingere la nostra isola come il paese del malaffare. Sono pronti a difendere la propria identità di popolo mite e dedito al lavoro al sacrificio e all'ospitalità. Nessun episodio o azione insistita potrà infangare la nostra immagine. Uniamoci per manifestare insieme per la democrazia e la libertà di un'isola, lunedì 7 giugno ore 21.00 fiaccolata con partenza da piazza Pietri". Le frasi sono tracciate su un cartello che guarnisce un banchetto al mercato settimanale di Portoferraio, dove due candidate della Lista di Giovanni Ageno stanno somministrando una sorta di questionario sulla sanità e contemporaneamente promuovono una manifestazione per la democrazia e la libertà (minacciate da chi?). C'è in ballo una storia piuttosto sordida di potere, soldi, corruzione ed atti devastantemente disonorevoli sia pure ancora da giudicare, e qualcuno tenta di buttarla sull'onore elbano ferito, presto arriveremo alle teorie del complotto antielbano. Sembra quasi una risposta molto confusa ed indiretta ad una breve intervista al P.M. Pennisi ed un Giornalista del Corriere della Sera Marco Gasperetti: "Lei considera l'Isola d'Elba una specie di Gioia Tauro?" "Mi consenta di non risponderle e di notare che la sua è una domanda intelligente". Una battuta raggelante quella del PM, che fa seguito alla sua secca motivazione sul momento scelto per compiere i suoi atti: "Se avessi ritardato avrei violato la legge". Da Livorno dove proseguono gli interrogatori non riusciamo a ricavare nessuna nessuna novità di rilievo: la conferma che Nocentini ed il cognato Regano si avalgono della facoltà di non rispondere, attendono di parlare davanti ad un altro giudice dice il loro legale, aspettano il giudizio del Tribunale delle Libertà? C'è il Ministro Matteoli all'Isola per impegni sia istituzionali che elettorali, ma interpellato da colleghi non muta di molto la sua linea sui fatti portoferraiesi, ribadisce l'appoggio politico ad Ageno, continua ad osservare che i provvedimenti sono arrivati troppo a ridosso delle elezioni, aggiunge però che così ha deciso la Magistratura e che se il Sindaco risultasse colpevole sarebbe il caso pagasse duramente. Circa il Capitano Distefano Matteoli ripete: "Se lo conoscessi potrei risponderle" . Da un certo punto di vista è pure comprensibile: l'ex-comandante dei Carabinieri dell'Elba non era molto "appariscente", declinava sempre cortesemente gli inviti mondani e si incazzava quando qualcuno di noi giornalisti lo fotografava o lo citava per nome (una riprova? per anni abbiamo pensato che il suo cognome si scrivesse "Di Stefano" tanto eravamo poco adusi a scriverlo), probabilmente sarà assai contrariato il capitano, in questi giorni le rotative hanno impresso il suo nome (scritto correttamente) milioni di volte. Ci viene in mente che in una occasione, lo scorso 4 Dicembre durante la celebrazione di Santa Barbara neppure Ageno lo riconobbe, in quella occasione il Sindaco strinse le mani di tutti gli ufficiali presenti, non quella del Carabiniere, accomunandolo nel rifiuto del gesto amicale a quello opposto qualche settimana prima ad un giornalista il quale fu finemente anche gratificato del titolo di "pezzo di merda". Ci vien (amaramente) che ridere .. avrebbe detto Lando Buzzanca. Arrivano in redazione due comunicati: uno dalla Lista Ageno uno di Elba2000: si continua sulla deriva dell'Elba colpita, esposta al vulnus del continentale infangatore. Intanto al quarto giorno di Sughere la campagna elettorale portoferraiese si suona in sordina, chi vincerà a Portoferraio è paradossalmentente diventato il secondo dei quesiti che si pone la gente, il primo è, comunque, cosa deve ancora accadere in questa città.
Daniela Laudano