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La lettera di una ragazza sugli arresti di martedì

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 04 giugno 2004

Gli arresti di Martedì mattina ci hanno sconvolti tutti, dal primo all’ultimo. Un’azione che, per gesto di umanità doveva essere compiuta con grande discrezione, ma che di questa sinceramente ne aveva ben poca ( decine di carabinieri alle 11.30, in una giornata soleggiata e piena di turisti, nel centro della calata…), ha provocato in noi cittadini, smarrimento e preoccupazione. O forse, sarebbe meglio dire: “in alcuni cittadini”. Si, perché sinceramente mi resta alquanto difficile credere che, tutti i Signori che fremono di vincere queste elezioni e che per anni hanno cercato in tutti i modi di far emergere i lati negativi del lavoro del Dott. Ageno, ora (è quello che loro stessi affermano) provino grande rammarico e tristezza nel veder allontanati queste persone dalla battaglia elettorale. Se è vero che il Dott. Ageno e tutte le altre persone coinvolte, hanno commesso realmente ciò che gli viene imputato, e dunque, tutto quello che è stato detto e fatto su di loro, può essere giustificato, non capisco perché allora, queste persone che li hanno per anni accusati e molto spesso, anche denigrati, ora non abbiano il coraggio di ammettere la loro soddisfazione e la loro felicità nel vedere compiuto ciò che essi realmente volevano. Se per anni hanno accusato in tutti i modi e con tutti i mezzi, queste persone di essere false, subdole e incapaci di gestire ruoli così importanti, ed ora esprimono il loro conforto, per quanto educato possa essere, loro stessi si rivelano altrettanto falsi e ipocriti. In un momento dove la sincerità dovrebbe regnare e dove le persone dovrebbero dare il buon esempio, mi sembra che la situazione, invece di migliorare, stia proseguendo su la stessa linea di sempre: cattiveria e spietatezza nell’affondare il nemico; a nemico abbattuto, mostrare rammarico, solidarietà, conforto e disponibilità. Chissà cosa se ne fanno queste persone della solidarietà e della fratellanza del nemico in un momento cosi difficile. Persone che si comportano cosi, a mio avviso, non dovrebbero neppure avere il muso di esprimere certi concetti. È giusto, in qualsiasi battaglia, cercare sportivamente con tutti i mezzi, purché siano leali, di annientare il nemico, ma non è corretto, quando il nemico lo si è sconfitto, esprimere frasi sdolcinate e gentili, solo, a mio modesto parere, per apparire persone benevoli e forse, se proprio vogliamo dirla tutta, per avere come unico scopo quello di “racimolare” dei voti. Credo che la gente, soprattutto quella Elbana, che ultimamente e periodicamente è “sballottata” da questi cicloni, sia stanca di essere in mano a persone che della falsità e della menzogna fanno un loro cardine. E poi, una cosa che forse tutti ci chiediamo e alla quale nessuno ancora sa darci risposta: se è vero che le indagini su queste persone proseguono da oltre un anno e mezzo, per quale motivo, tutto questo caos è avvenuto proprio ora, a circa 10 giorni dalle elezioni?!? Se fossi una persona maliziosa, mi verrebbe da pensare ad un atto politico, ma visto che tanto qui, tutti negano tutto, evito anche io di esprimermi su questo concetto… La cosa che però lascia un po’ di sconcerto, e qui Sergio, mi riferisco al suo giornale, è per quale motivo lei o comunque i suoi colleghi, mentre di queste persone che sono accusate di gravissimi reati continuate con spietatezza (e forse voi siete gli unici veri nemici, perché continuate a fare quello che per anni avete fatto) a “elogiarne” peccati e mosse poco chiare, possiate invece esprimere parole di grande stima e autorevolezza per una persona, come il Capitano Distefano, che alla fine, pur “essendo un Carabiniere dalla testa ai piedi perché vestito con uniforme fatta su misura e con i gradi ricamati con fili d’argento”, “inciampa [ahimè, solo], in una brutta storia di droga e confidenti”. Non voglio entrare nel merito né nelle vicende del Capitano, né in quelle del Dott. Ageno, perché non ho le conoscenze adatte né la presunzione di poter trattare argomenti del genere, (e su questo punto qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza) ma se per il Capitano vale il principio di presunzione di innocenza e quindi come tale si crede nella serietà di quella persona e nella stima che per anni si è guadagnata, non vedo perché per queste persone, visto che l’organo competente atto a definire i lati oscuri di questa vicenda è ben ALTRO, non si faccia lo stesso. Mi premeva riportarLe questo paragone, non per mettere in cattiva luce il Capitano o Ageno, ma perché è un evidente esempio di come sia sbagliato o forse non coerente esprimere lodi e belle parole per un signore, e cattiverie e bassezze per un altro, visto e considerato che alla fine entrambi, più o meno, seppure per motivi differenti, vivono la medesima situazione di disagio. Con questo mi auguro con tutto il cuore che, sia nella vita sociale che in quella politica regni incontrastata la sincerità e che prima o poi venga fatta luce su fatti passati o comunque recentissimi che stanno da molto tempo sconvolgendo la vita Elbana, speranzosa più che mai che fatti di questo tipo non si ripetano più. Come sempre auguro anche a Lei e ai suoi colleghi, BUON LAVORO! La solita lettrice diciassettenne di Portoferraio. Cara elettrice provo a risponderle (non su tutti gli interrogativi e le considerazioni che pone perchè faremmo l'alba) ma su alcuni e più salienti fatti. Io credo che quando una persona qualsiasi va in galera non ci sia comunque da esultare, neppure se se lo è meritato, o se come nel caso di specie se ciò accade perche alcuni magistrati ritengono che ci siano gravissimi e fondati motivi cautelari per farlo. Veda cara lettrice è probabile che quei sei, prima di arrivare alle Sughere non avessero mai visto in vita loro un carcere, chi le scrive ha avuto la ventura di starci (per lavoro) un poco dentro qualche carcere, non molto, ma quel tanto che bastava per capire che anche un solo giorno di privazione delle libertà per un uomo è un dramma. Da quello che ho scritto credo ben traspaia che considero Giovanni Ageno un prepotente, un antidemocratico, un presuntuoso, un essere totalmente incapace di governare in maniera anche appena decente una città. Il dott. Ageno si è pure recentemente permesso di offendermi in pubblico, senza alcuna ragione sul piano personale e professionale (e non gli ho dato la sacrosanta querela che si sarebbe meritato) eppure creda, io non godo affatto del suo restare ristretto in carcere. Sarò quindi contento che lo rimandino a casa tanto il giudice quanto gli elettori. La solfa dei dieci giorni prima del voto: lei è una ragazza intelligente, lasci queste argomentazioni a chi ha (e dimostra) meno acume. Si domandi cosa sarebbe accaduto se i Magistrati avessero ritardato (volutamente) l'esecuzione del provvedimento a voto scrutinato, sarebbe stato meno devastante per l'opinione pubblica l'arresto di Giovanni Ageno Sindaco rieletto o consigliere di opposizione? E poi la Magistratura ha licenza di "aspettare"? Oppure si vuol vedere dietro la tempistica della Magistratura volontà di nuocere? Le consiglierei di non essere "maliziosa" e di lasciare (gravi) e piuttosto avventate affermazioni a chi può farsi scudo della immunità parlamentare. Equidistanza tra l'indagato Ageno e l'indagato Distefano? Ma neanche per sogno cara lettrice. Identica è la fiducia non formale nella magistratura (anzi nel completo percorso della giustizia) identica deve essere la presunzione d'innocenza, ma diversissime sono le persone, le accuse mosse e soprattutto diversissimi i contesti e le ragioni per cui le accuse si sono sostanziate. La ringrazio per la sua lettera


pf panorama grata linguella

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