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Vendita delle Ghiaie: due dirigenti comunali diffidati dai fratelli Cioni

Scritto da : Daniele Palmieri
Pubblicato in data : domenica, 30 maggio 2004

Vilmano Mazzei, responsabile dell’Area finanziaria del Comune di Portoferraio e Sandra Maltinti, dirigente dell’Ufficio tecnico, hanno ricevuto ieri una diffida dallo Studio Legale Gracili di Firenze su mandato dei fratelli Giuseppe ed Enrico Cioni, titolari della società Le Sirene. Con l’atto si invitano perentoriamente i due dipendenti comunali, responsabili del procedimento di vendita dei terreni su cui insistono le attività dei Cioni, a recarsi il giorno 3 giugno presso lo studio del Notaio David Morelli per procedere alla firma dell’atto di cessione. A pochi giorni dalla fine del mandato, l’Amministrazione Ageno è di nuovo alle prese con la discussa cessione dei terreni delle Ghiaie. Ricordiamo che il fascicolo contenente tutta la documentazione sulla vendita è stato sequestrato dai Carabinieri su ordine del PM Roberto Pennisi il 9 dicembre del 2003. Sembrava che la questione fosse momentaneamente accantonata ed invece, a quanto si comprende dagli atti notificati il 29 maggio ai venti Consiglieri Comunali, la Giunta stava ancora tentando di portare a termine l’operazione prima della fine del mandato. Nelle intenzioni pare ci fosse il tentativo di autorizzare i dirigenti a firmare la cessione senza aspettare l’approvazione della variante al Regolamento Urbanistico necessaria ad impedire il cambiamento di destinazione d’uso degli immobili delle Sirene ed il loro ampliamento. Variante richiesta dalla stessa maggioranza nel consiglio del 2 dicembre scorso come “condizione sospensiva” per procedere alla stipula del contratto di vendita. L’altra condizione era rappresentata dalla chiusura del contenzioso relativo agli affitti arretrati relativi agli anni dal 1995 al 2003. Il Regolamento Urbanistico non è stato modificato, gli arretrati non sono ancora stati versati (né esattamente quantificati, l’ultima stima li calcola intorno ai 157 mila euro) ma le pressioni per vendere sono continuate. Prova ne sono i pareri richiesti da Ageno a ben due studi legali, Lascialfari e Barabino, per avere delucidazioni su come procedere. Pareri il cui costo ci è ignoto, ma sicuramente gravato sulle magre finanze comunali insieme all’incarico dato al Notaio Morelli per predisporre la bozza di contratto. L’avvocato Barabino però non deve aver espresso pareri molto consoni alle volontà dell’Amministrazione, tanto che il Dirigente Mazzei il 3 maggio comunica al Sindaco ed alla Giunta la propria contrarietà e indisponibilità a sottoscrivere sia la vendita che la transazione relativa agli arretrati basandosi proprio su alcune considerazioni espresse dal legale di Cecina. Queste le motivazioni addotte da Mazzei ricavate dal parere di Barabino: in primo luogo la delibera del Consiglio Comunale del novembre 2003 (la prima che parla della vendita) non pare avere affatto “valore concludente e definitivo per la cessione essendo evidente la differenza tra il dispositivo originario e il dispositivo approvato”. Affermazione quantomeno inquietante. Mazzei ricorda successivamente che Barabino indica “prioritariamente, quale iter a garanzia dell’Ente, il congelamento delle trattative fino all’approvazione della variante urbanistica.” Il legale ricorda poi che comunque eventuali vincoli apposti nel contratto di cessione all’acquirente Cioni (in luogo della variante) “non possono essere fatti valere nei confronti di eventuali ulteriori aventi causa”. In pratica, sarebbe sufficiente che i fratelli Cioni, dopo aver acquistato dal Comune, cedessero ad una società di comodo gli immobili per aver diritto a quanto negato nel contratto, ovvero il cambio di destinazione e l’ampliamento del trenta percento. Ma veramente sconcertante è l’ultima osservazione del Dirigente: i terreni che Ageno stava vendendo erano più estesi di quelli indicati nella delibera. Da una visura catastale delle particelle interessate risulterebbero infatti ben 164 mq. in più. Il rifiuto di Mazzei deve aver fatto irritare i due fratelli delle Sirene uno dei quali, il potente imprenditore Enrico Cioni, è stato visto salire più volte le scale della Biscotteria nelle ultime settimane. E ieri è arrivata la diffida. Secondo i Cioni le delibere consiliari del novembre e dicembre 2003, unitamente a quelle adottate dalla Giunta nello stesso periodo sono sufficienti:”nulla osta” e pertanto ogni ritardo sarebbe ingiustificato e lesivo per la società Le Sirene. Mazzei ha chiesto che l’Amministrazione comunale lo tuteli (e tuteli se stessa) dalle pretese dei Cioni. Cosa farà la Signora Maltinti, ovvero l’altro Dirigente che deve apporre la firma sull’atto di vendita? Due delibere di consiglio comunale, due delibere di giunta, due pareri legali e l’incarico ad un notaio.Tutti pagati con denaro pubblico. Per i portoferraiesi il già magro bottino della svendita delle Ghiaie si farebbe ancora più esiguo.


ghiaie mareggiata

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Maltinti Pennisi

Maltinti Pennisi

ghiaie sirene pf

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