Caro direttore, mi sembra che la discussione sulla proposta di realizzare torri eoliche a Monte Tambone stia travalicando, come da costume elbano, in una baruffa con toni personalistici che rischia di farci perdere il senso dell’importanza della questione e questo dispiace, anche perché la scanagliata coinvolge persone che stimo e, partendo dall’eolico, sta toccando temi diversi (di “politica” campese) e mettendo a galla vecchie ruggini che poco hanno a che fare con l’energia alternativa e, mi pare, molto con le elezioni comunali. Come sai LEGAMBIENTE ha una posizione chiarissima sull’energia eolica: siamo favorevoli e siamo favorevoli anche per l’Elba e le altre isole dell’Arcipelago. Non ci è mai piaciuta la posizione di chi dice: “fate pure, ma non nel mio giardino”; di fronte al grave scenario del riscaldamento globale e del cambiamento climatico indotto dall’uomo ognuno deve assumersi precise responsabilità per evitare la catastrofe prossimo-ventura e questo vale anche per gli abitanti delle isole, anzi, per noi dovrebbe valere anche di più. Recenti dati presentati a Livorno durante un convegno sulle energie alternative ci dicono che gli abitanti delle isole minori consumano molta più energia degli abitanti del Continente (e gli italiani sono già fra i maggiori consumatori di energia al mondo): gli elbani hanno un consumo di energia procapite che è oltre il doppio della media italiana, un abitante dell’isola di Vulcano consuma addirittura 4 volte più energia di un italiano medio! Quindi il protocollo di Kyoto e le misure per abbattere l’uso di combustibili fossili ci riguardano, eccome! Sui generatori eolici a Monte Tambone, ma anche per quello nel Comune di Rio nell’Elba che dovrebbe sorgere a Cima del Monte, siamo ancora alla fase dell’indagini progettuali – curate da ASA, l’Agenzia della Provincia di Livorno – compiute attraverso anemometri. Tutto è quindi ancora da discutere e da decidere, ma mi risulta che l’Elba sia uno dei luoghi migliori per utilizzare l’eolico ed il minieolico e questo “privilegio” credo che vada sfruttato nel modo migliore, con tutte le precauzioni ambientali e paesaggistiche necessarie, ma anche pronti a concedere qualcosa in cambio di energia pulita, emissioni ridotte (a Capraia un analogo progetto ne farebbe l’unica isola ad emissioni zero del Mediterraneo), possibile creazione di idrogeno da utilizzare magari per una diversa mobilità pubblico/privata non inquinante, senza tralasciare le entrate per i comuni da reinvestire possibilmente nella qualità della vita e nella salvaguardia dell’ambiente. Devo dire che LEGAMBIENTE era stata, inizialmente, coinvolta nella prima fase di discussione del progetto ma il Comune di Campo nell’Elba, forse in seguito alle nostre dure critiche al Piano Spiagge ed al Piano Strutturale, non ha ritenuto più utile invitarci alle successive riunioni, forse, dopo queste maledette elezioni, si potrebbe riannodare un confronto su questa delicata questione coinvolgendo TUTTE le Associazioni Ambientaliste, tenendo conto anche delle perplessità di LIPU e WWF. Sull’impatto paesaggistico delle torri eoliche non ho esattamente la stessa opinione dei nostri amici delle altre Associazioni, anche perché a me questi moderni mulini a vento non dispiacciono ed anche i nostri ospiti europei sono ormai abituati a vederli come elementi consueti dei loro paesaggi (anzi, si chiedono perché in un’isola così ventosa non ci sono impianti eolici e perché con tanto sole non si vedono pannelli solari). Per quanto riguarda i dati sull’avifauna è noto che maggiori sono le dimensioni della torre eolica e minore è la mortalità degli uccelli per impatto. Quindi una torre di 70 metri ha minore impatto sull’avifauna (mi sembra 0,1 uccelli all’anno) di un impianto piccolo, diciamo 15 metri di altezza, di minore impatto paesaggistico che produce una mortalità di uccelli molto superiore, anche perché per produrre la stessa quantità di energia di una grande pala occorre un campo eolico formato da molte piccole pale ed alla fine con un’occupazione di territorio maggiore. Sono il tipo di considerazioni che abbiamo fatto nelle nostre osservazioni alla realizzazione del nuovo grande elettrodotto dell’Elba che dovrebbe correre lungo un anello tra Rio Marina e Procchio, con oltre 100 grandi ed alti piloni, che avrà un impatto paesaggistico e sull’avifauna certamente maggiore delle pale eoliche. Credo che LEGAMBIENTE sia stata l’unica Associazione ad aver fatto rilievi precisi ed a chiedere la mitigazione dell’impatto paesaggistico e misure di salvaguardia per l’avifauna. Quindi, tradizionale o alternativa, l’energia e la sua distribuzione presentano sempre problemi, ma almeno quelli legati all’energia alternativa hanno anche vantaggi e ci indicano la possibilità di iniziare a percorrere la strada che conduce ad un futuro più pulito e sicuro, senza petrolio, carbone ed energia atomica.
eolico 1