Il WWF dell'Arcipelago e la delegazione Lipu della Provincia di Livorno esprimono tutta la loro contrarietà al progetto del Comune di Campo nell'Elba di costruire una schiera di generatori eolici sul crinale del Monte Tambone, proprio al confine con il Comune di Capoliveri, praticamente nel Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano. La assoluta opposizione a questo progetto da parte delle due associazioni ambientaliste -che pure considerano l'eolico come una fonte energetica di grande interesse, ma non nelle aree a forte valenza ambientale e paesaggistica come l'Elba ed i parchi nazionali in genere- deriva da una serie di considerazioni molto pratiche: Torri metalliche troncoconiche alte 70 metri minimo, alte cioè quanto il faro di Portoferraio è alto sul mare del Grigolo, più i rotori, tre pale del diametro di altri 80 metri, che si vedrebbero da ogni punto di Marina di Campo, di San Piero, di Lacona, di Capoliveri. Più il generatore vero e proprio, per aria, nel mezzo, grande quanto un furgone. Infine i locali a terra per i trasformatori e quant'altro serve. Uno scempio paesaggistico che non avrebbe di uguali a memoria di elbani, che pure ne hanno viste tante. Scempio senza ritorno anche quando le pale fra qualche decennio divenissero obsolete o inutilizzate per un qualsiasi motivo. Rimarrebbero un cimitero degli errori e degli inganni. Un danno enorme derivato dalla bramosia di operare -a scapito di uno dei più bei panorami dell'Elba- quello che una nascente lobby europea dell'eolico -cioè la distruzione del paesaggio altamente sovvenzionata, titolava Der Spiegel, il grande settimanale tedesco due mesi fa- aveva fatto da noi più che altro in zone di molto minore pregio del Mezzogiorno, da sempre bisognoso di smuovere una economia in sofferenza e che gli Inglesi ed i Danesi ormai fanno sì, ma a 10 miglia off shore dalle foci del Tamigi o delle Isole Frisone. Il comune di Campo invece lo vuole fare per malinteso spirito ecologico. Perché il vento è pulito e non costa nulla. Ma trascurando quel piccolo particolare delle enormi eliche, che tutto si possono definire tranne che “sopportabili” allo sguardo, omettendo di dire che occorrerebbe anche la costruzione delle strade di servizio agli impianti, la realizzazione degli elettrodotti fino ai paesi: il movimento di mezzi pesanti, l'abbattimento della vegetazione del parco nazionale, l'aggravamento del dissesto idrogeologico che ognuno già oggi può vedere percorrendo a piedi quella che fu la strada sterrata di Segagnana. Una nuova serie di coltelli conficcati nel cuore della martoriata Isola d’Elba, altro che storie! In secondo luogo la messa in opera delle turbine provocherebbe almeno due volte all'anno un enorme danno faunistico. Sul Tambone, infatti, transita una importante linea di migrazione di rapaci e altri uccelli. Dai risultati dei rilevamenti effettuati nel corso di specifici progetti di ricerca portati avanti sull’Arcipelago e tutt’ora in corso, emerge che, ogni anno, migliaia di rapaci e altri uccelli migratori transitano sui monti elbani, diretti verso la Corsica in autunno e verso il continente in primavera, con essi centinaia di migliaia di passeriformi, sovente in migrazione notturna. Aquile minori, bianconi, cicogne nere, falchi pecchiaioli. Tutti uccelli minacciati che, come l’esperienza di altre località in Italia e nel mondo insegna, cadono vittime delle pale eoliche -affettati- tutte le volte che queste sono posizionate lungo le loro rotte di migrazione. Se lo scopo dell’operazione è veramente quello di ottenere un risparmio energetico, WWF e LIPU consigliano al Comune di Campo di incentivare piuttosto la messa in opera di pannelli solari fotovoltaici, che se ben realizzati non si distinguono dai tetti degli edifici, e magari di impegnarsi per un effettivo risparmio energetico riducendo gli sprechi tipo quello di illuninare a giorno anche le strade extraurbane quella di La Pila - la Foce tanto per dire. WWF e LIPU vorrebbero saperne di più anche sull'altra parte del progetto comunale, quella di produrre energia elettrica bruciando le biomasse. Si intendono i rifiuti estivi, i pochi rifiuti invernali, o per caso si sono messi gli occhi addosso agli splendidi boschi elbani, e si vuole fare tabula rasa anche li? L'impressione è che qualcuno non abbia la sensazione, la testa, la coscienza, di stare su un'isola che vive di turismo e che ogni anno è buono perché -di fronte a certi scempi- il turismo migliore ci abbandoni. Ed il Sindaco di Capoliveri nonché Commissario del PNAT, che ne dice di questi progetti ai suoi doppi confini (comunali e del Parco)? è contrario o magari è tentato di chiedere il 50% delle royalties? L’ambiente elbano ha già subito troppe “svendite” elettorali e massacri in nome dell’utile dei soliti noti, è arrivato il momento di invertire la rotta. Qualche candidato vuole intervenire? Il momento è buono. A bandi per la presentazione di questi progetti sciagurati non ancora scaduti (il 28 giugno prossimo) WWF e Lipu sono già al lavoro per rappresentare a Bruxelles i veri termini della questione. LIPU Delegazione Provinciale di Livorno Giorgio Paesani, Delegato WWF sezione Arcipelago Toscano Lorena Nannini, Responsabile
spèiaggia campo e monte tambone