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Controcopertina: La sfiducia nella politica di Gigi Amore contestato da lui medesimo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 21 maggio 2004

GRAN FINALE E così siamo arrivati alla conclusione, mio caro Sergio, ed i giochi (giochi?)sono fatti. Parafrasando gli antichi, possiamo dire che “Tutto è ritrovato,fuorché l’onore”. Ne ho fatto, di questi avvenimenti recenti, una questione morale, come si può intendere andandosi magari a rileggere il mio intervento del 18 Aprile cortesemente ospitato, nonché spietatamente impallinato, da ELBAREPORT. Eppure, a pensarci bene, avevo soltanto invitato i contendenti del Centrosinistra a ripensare e ridimensionare i propri comportamenti (e appetiti), specie in considerazione dei grandi problemi planetari che assediano le nostre vite intossicandole di amarezza. Era così grave quel che modestissimamente affermavo? O non era invece il mite pensiero di un uomo, rivolto ad altri uomini? Invece sono stato bersagliato da tre interventi (quale onore, Madame la Marquise!) in cui mi hanno accusato di strabismo politico, nonché superficialità di lettura della politica locale. Eppure, mio buon Sergio, ora che tutti si baciano sulla bocca e si invitano reciprocamente a belle cene, ho il sospetto che forse qualcosa avevo azzeccato. Tra l’ altro, poiché o si è uomini o caporali, ti informo che coerentemente con il mio pensiero ho lasciato Direttivo e Partito e mi ritrovo solo soletto, senza manco uno straccio d’ amico a dimostrarmi solidarietà). Credo comunque che in quel mio intervento avevo azzeccato alcune cadute di stile che danno oggi luogo alle seguenti situazioni imbarazzanti: 1)quelli che dicevano NO NO NO (come la bambolina d’ una vecchia canzone) oggi si ritrovano sul ponte di comando con l’odiato nemico; 2)quelli che speravano di annientare per sempre i DS, dimostrando di ignorare la Storia e la Geografia, oggi con i DS si ritrovano sul ponte di comando (e due!); 3)quelli che con la scusa di salvare il Partito, cercavano prima di tutto di salvare se stessi 4)gli ignavi, gli attendisti, gli strateghi del nulla, i rivoluzionari con villa (non Pancho), i Rifondatori di macerie, i grandi innovatori, i movimentisti sinceri ma ohimé manipolabili, che si ritrovano oggi “Tutti insieme indecorosamente” La Madre di tutte le Verità, che tu lo ammetta o no, è questa: essendo stavolta certa la vittoria del Centrosinistra, gli appetiti si sono dimostrati feroci e ognuno ha rivelato la parte peggiore di sé, dimostrando ancora una volta (ammesso che ce ne fosse bisogno) che la gente comune non ha poi tutti i torti a considerare sporca la politica e tutti uguali i politicanti. Mi permetto allora di dissentire dal coro di giubilo e di starmene rintanato in una solitudine amara che dimostra ancora una volta la solita vecchia regola: chi non canta nel coro può anche schiantare, tanto non fa più rumore d’ una modesta brezza. Poiché anche tu hai subìto talvolta la stessa sorte, ti prego d’accogliere questo mio sfogo senza impallinarmi. In ogni caso ringrazio di cuore ELBAREPORT per queste occasioni di discussione e riflessione. Con affetto PIERLUIGI AMORE Caro Gigi Non mi passa per l'anticamera del cervello di impallinarti, invece quello che mi viene in mente di fare e di invitarti intanto a vedere come e chi sta lavorando per questa lista e poi a fornire il tuo contributo. Credo che i tuoi giudizi siano profondamente errati ma Portoferraio Domani, che è costituita da tantissime altre persone oltre quelle che saranno sul ponte di comando, come dici tu, accoglie persone di diversissimi intendimenti. Quindi vacci al n. 5 di Via Mascagni Gigi, segui questo consiglio, ti accorgerai che si respira davvero aria nuova, salutare e di sinistra, e ti accorgerai probabilmente che qualcuno ti ha raccontato una buona dose di interessate puttanate, sulla gente di Via Mascagni. In ultimo anche se mi dispiace, sinceramente dell'amarezza che provi ti contesto con tutta la forza che mi rimane il cedimento verso "I politici tutti uguali e la politica è cosa sporca". Io non l'ho pensato quando qualche povero fessacchiotto voleva la mia testa e tuonava chiedendo la mia espulsione da un partito nel quale sto da quaranta anni e del quale, insieme ad altri certo, stavo cercando di salvare la credibilità politica e la faccia; non l'ho pensato quando mi hanno riferito le lezioncine di etica politica sul mio (e di altri) comportamento impartite da un signore che si becca laute pubbliche indennità e che poi è entrato in lista col centrodestra, non l'ho pensato quando mi sono incazzato come una tigre con Roberto Peria e la Margherita quando, in ragione della necessità del recupero del quadro unitario del centrosinistra (e quindi del DS ufficiale e riformista) non avevano tenuto adeguatamente conto delle ragioni di chi aveva più di ogni altro (mi perdonerai con i lettori la caduta di stile) messo il culo alla finestra, cioè chi ti scrive e gli altri compagni del "Correntone". No caro Gigi la politica non è una cosa sporca anche se c'è chi la fa in modo infame, i politici non sono per nulla tutti uguali, così come tutti gli esseri umani sono per fortuna diversi. Per quanto tu dica non mi convincerai che ho sbagliato talmente tutto nella mia vita. E' quasi l'alba e per fare presto è tardi, posso quindi andare avanti per dimostrare l'infondatezza del tuo ragionamento citando Gigi Amore. Qualche giorno fa con parecchi dei ragazzi de l'Isola e la Città (la componente più numerosa in Via Mascagni) ero seduto davanti ad uno schermo sul quale passava una vecchia registrazione: erano in parecchi ad ascoltare e vedere Gigi Amore edizione 1982, che ripeteva la lezione politica di quel piccolo grande uomo che fu Napoleone Murzi classe 1897, concetti validi e freschi "nel fosco fin del secolo morente" come più di cento anni dopo, oggi: fratellanza, giustizia sociale e rettitudine, rigore morale, solidarietà. Di questo parlavi dallo schermo usando ed interpretando le parole che avevo rapinato a Napoleone e tessuto in un copione, e ventidue anni dopo quei ragazzi le ascoltavano. Ti ricordi Gigi, allora c'era chi diceva che facevamo cazzate, cose poco serie, il Prete di Rio Elba imbestialito perchè Gigi-Napoleone raccontava di quando aveva beccato Don Tesei al casino senza accento sulla "O", non mancavano le reprimende dei "federasti", e invece facevamo politica per una via nuova. Dimentica Gigi le piccinerie degli ometti che si presumono unici e indispensabili, le modeste viltà, le baruffe ghiozzotte, e pensa alla politica grande anche se minuta. Ripensala Gigi la politica, come l'immaginario filo del racconto della affermazione della propria rivoluzionaria dignità di cittadino, che da Napoleone Murzi, dalle miniere ora chiuse, da un'Elba mutata in tutto, arrivava ai ragazzi de L'Isola e la Città passando per il nostro (tuo, mio e e di altri) lavoro. Quel filo è la politica, e non è sporco.


portoferraio veduta

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