Dopo le lamentele di una ragazza, che denunciava sulle pagine del Tirreno alcune settimane fa, i problemi riguardo la privacy delle persone che sono costrette a rivolgersi al S.E.R.T per problemi e forti disagi, anche noi del club alcolisti in trattamento ci siamo interrogati sulle difficoltà oggettive che ci sono nella struttura sanitaria in questione. Teniamo a precisare per prima cosa che i nostri rapporti con il S.E.R.T. ed il suo rappresentante dottor Gasparini e i suoi collaboratori sono ottimi. Gia diversi anni fa, abbiamo redatto un protocollo d’intese che ci anno portato ad intraprendere diverse iniziative sui problemi alcol correlati in varie occasioni. Ne cito qualcuna: incontri in diverse scuole, in prefettura, anche con gestori di discoteca e di locali notturni. Sicuramente la locazione del S.E.R.T. sita sotto le logge nell’atrio del comune di Portoferraio, non si presta affatto a difendere la privacy di coloro che si presentano la prima volta e magari anche le successive alle sedute con gli addetti ai lavori, senza essere ben scandagliati dalle furtive occhiate della gente. La questione comunque che riteniamo più grave è il continuo avvicendarsi di nuovi psicologi e psichiatri che tende a sconfortare e talvolta a mettere in seria crisi i pazienti che con difficoltà si avvicinano alla struttura, per intraprendere un nuovo percorso di vita. Il disaggio che prova un tossicodipendente o un alcolista nel doversi relazionare a scadenze più o meno lunghe con diversi medici, è purtroppo facilmente comprensibile. Il nostro intendimento non è certo polemizzare in quanto comprendiamo bene le difficoltà che ci sono nel reperire personale specializzato, che decide di fermarsi a lungo termine nel nostro piccolo territorio. Una soluzione a nostro modesto parere potrebbe essere l’incentivare il personale specializzato addetto ad una struttura così delicata, i quali hanno motivato attraverso stampa che il prezzo degli affitti troppo alti non è senz’altro l’incentivo per soste a lungo termine. La seconda motivazione potrebbe essere quella di fissare un termine minimo di sei mesi, o meglio un anno, per permettere a medico e paziente un percorso dignitoso per delle problematiche così serie. Certamente i dirigenti del USL n 6 zona Elba sapranno cogliere le migliori soluzioni per rendere un comparto così delicato più sicuro e professionale.
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