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Milena Briano risponde all'intervento di Paternò sul Commissario del Parco

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 09 gennaio 2003

Non spetta a me prendere le parti del Presidente della Regione Claudio Martini, che è stato così liberamente interpretato tradotto e definito dal Signor Paternò nel suo “editoriale” a Tele Tirreno Elba, ma credo spetti a me ripetere quanto io stessa ho detto sul Commissariamento del Parco Nazionale dell’Arcipelago. Dopo che il Sindaco Barbetti aveva affermato di non aver mai trovato preclusioni nei rapporti istituzionali con la Regione pur rappresentando egli stesso una parte politica diversa da quella dell’Ente, io ho detto che, proprio richiamando questo suo riconoscimento di correttezza istituzionale da parte della Regione, il sindaco Barbetti avrebbe fatto meglio a non accettare la nomina a commissario perché questa nomina, per le modalità con cui si è verificata, rappresenta solo e unicamente una designazione di carattere politico e che, se davvero Barbetti crede nei corretti rapporti istituzionali, ancora oggi dovrebbe fare un passo indietro per rendere possibile la creazione di un tavolo di intesa tra Ministero e Regione che individui, secondo le modalità che stabilisce la legge, il prossimo Presidente del PNAT. Ma è proprio sicuro il Signor Paternò di aver commentato obiettivamente quanto è stato detto nella sala consiliare di Portoferraio? Non gli è venuto il dubbio che l’essere arrivato più o meno alle 15,30 del pomeriggio può aver significato perdere il senso di quanto nel convegno era stato detto e di quanto era avvenuto? E’ proprio sicuro, il Signor Paternò, che il Presidente Martini si sia espresso così sulla guerra in Bosnia e il turismo elbano, sulla capacità imprenditoriale degli albergatori elbani, sulla presidenza dei parchi toscani, sul commissariamento e sulla persona di Barbetti? E’ proprio sicuro che io abbia detto che “qualunque cosa il Parco voglia fare viene boicottato dalla Regione perché Ruggero è inviso alla Regione, alla sinistra e a me …”per cui egli impedisce un’unione produttiva tra l’Isola d’Elba e la Regione? Forse gli spettatori presenti e gli ascoltatori più attenti delle riprese televisive (fortunatamente abbastanza esaurienti anche se non nella parte che riguarda il mio breve intervento) hanno potuto verificare che esiste qualche discrepanza tra quello effettivamente dichiarato e quello raccontato. Dal mio punto di vista personale, poche volte mi sono trovata di fronte ad un resoconto di avvenimenti, a cui ho assistito, riferiti in modo così diverso da quello che mi era sembrato di dire, di sentire e di vedere: forse la mia bocca, i miei occhi e le mie orecchie cominciano a tradirmi, forse il mio intelletto è offuscato da qualche inizio di sindrome senile perché, nell’ascoltare le parole del Signor Paternò, non mi sono ritrovata in quanto da poco avevo vissuto, ma ho più volte avuto la netta sensazione di essere di fronte ad uno di quegli interventi di Emilio Fede che, cercando disperatamente pagliuzze negli occhi degli antagonisti del suo idolo, si prodiga a magnificare l’operato, le intenzioni, quasi la fisicità stessa della persona da lui molto amata. Può darsi, come dice il Signor Paternò, che il dott. Barbetti sia il sindaco più amato dell’Isola d’Elba, ma sta di fatto che le leggi italiane (almeno ai livelli di confronto superiori) valgono anche per lui: come la Carrà deve essere espressione di un’intesa, non solo frutto di un unico “patron” e così, con tutto il rispetto del caso, il Presidente del Parco, chiunque esso sia magari lo stesso Barbetti, dovrà essere frutto di accordo tra Ministero e Regione. Non me ne voglia il Signor Paternò: malgrado quello che Emilio Fede rappresenta oggi nell’immaginario collettivo di molti italiani, dicono sia stato anche un bravo giornalista!


Briano barbetti

Briano barbetti