Fine settimana convulso, come è normale che sia, nell'approssimarsi della presentazione delle liste. E dopo i momenti della divaricazione a Portoferraio centrodestra e centrosinistra tendono a compattarsi, o almeno sentono una spinta di un elettorato che preme verso il compattamento. In una situazione come quella del capoluogo elbano infatti, con un elettorato tradizionalmente spaccato a metà come una mela tra centrodestra e centrosinistra (all'ultimo turno furono decisivi meno di 60 voti), appare più che logico matematico, che una formazione divisa nel confronto con uno schieramento avverso unito sia destinata solo a perdere. Per questo i DS hanno invertito la loro rotta isolazionista, cercando il riaggancio con la casa-madre del centrosinistra per questo la triade regionale della Casa delle Libertà (Matteoli - Bosi - Verdini) ha tentato di ricucire il centrodestra portoferraiese. Ma mentre, sia pure faticosamente, nel centrosinistra la maggioranza dei molti soggetti in campo afferma di puntare all'unità (delle difficoltà di composizione è uno specchio il rinvio della presentazione di PORTOFERRAIO DOMANI prevista per il 9 maggio) Sulla sponda opposta i tentativi paiono destinati ad essere frustrati dalla insanabilità della lacerazione tra i due "leader" del centrodestra Giovanni Ageno e Giuliano Fuochi, il primo ha presentato già la sua compagine di governo, il secondo l'ha solo annunciata ma sembra dfeterminatissimo a non recedere, specie dopo aver ricevuto l'appoggio (ufficiale ancorchè locale) del circolo di A.N. e della dirigenza di Forza Italia. Paradossalmente ad aiutare il centrosinistra a marciare verso l'unità (oltre la spinta elaborativa e la tensione morale che sono venute come nuova linfa dai movimenti e particolarmente da l'Isola e la Città) è stata la sua frammentazione di partenza tra una decina di entità diverse, che ha consentito l'emergere di una figura impostata alla mediazione come Roberto Peria, che ora ha il compito non certo facile (ma possibile anzi obbligato) di rinsaldare PORTOFERRAIO DOMANI Il fatto che il centrodestra fosse diviso sostanzialmente a metà e le due metà guidate da persone ognuna a suo modo di forte personalità, ha determinato l'impossibilità del saldarsi delle labbra di una ferita (peraltro piuttosto recente creatasi con lo strappo di Fuochi & C.). Sarebbe servito un "salvatore della patria" calato dall'esterno. Ma nessuno con le caratteristiche giuste se l'è in fondo sentita di raccogliere l'eredità di un centrodestra come quello ageniale che passerà alla storia come almeno come il più chiacchierato, rissoso ed efficente governo della comunità cittadina a memoria d'uomo vivente. Le cronache portoferraiesi ed isolano sono destionate a rimanere fitte nei prossimi giorni.
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