Questa è la parte del giornale destinata a far sorridere, con un po’ di mestiere si riesce a comporla in maniera decente anche quando non si è di umore eccellente, anche se non si sta benissimo, ma stasera non ci riusco proprio. Il fatto è che non sono semplicemente dispiaciuto, triste, o urtato no, sono proprio incazzato come iena, con tutti coloro che hanno fatto precipitare la situazione verso quella carta di cui si parla nell’articolo di apertura del giornale, per il profilarsi di un epilogo vergognoso della storia del canile. Non dispongo stasera del distacco necessario a fare signorile ironia o la verve ridanciana per lanciarmi in scollacciate prese di culo, sono incazzato, imbufalito solo come riescono ad essere le brave persone quando si fa loro un torto, un ingiustizia, una prepotenza. Il fatto è che negli ultimi giorni ho visitato molto spesso il canile, il fatto è che i miei occhi si sono incontrati spesso con quelli di un povero cane, paralizzato agli arti inferiori, ma che esprimeva amicizia, affetto, gioia di vivere, pur in quelle condizioni, un cane a cui forse anzi sicuramente qualcuno regalerà la dolce morte. Ho pensato ai vostri occhi signori amministratori, li ho visti molto più torbidi, molto meno sinceri, e mi sono domandato perché, la verità vera, perché si sta determinando tutto questo: la piccola grande ingiustizia dei ragazzi privati dei loro cani e dei cani privati dei loro ragazzi, la tensione che è ormai palpabile, l’ennesima figura di merda dell’Isoletta Felice (che neanche un canile sa costruire) di fronte al resto d’Italia e d’Europa. La risposta è per la vostra pochezza, per la vostra insensibilità, per le vostre manovrine da corridoio, per il vostro potere da pollaio, per il vostro essere uomini di infimo cabotaggio, per le vostre ambizioni che non valgono credetemi il sorriso di un bambino e neppure lo scodinzolio di un cane. Abbiate almeno la decenza di vergognarvi (ammesso e non concesso che ne siate capaci) Inutile che firmi vero?