“Se il Governo confermerà l’aumento del 300 per cento dei canoni di concessione demaniale e non terrà conto della richiesta unanime delle Regioni di farlo slittare al 2005, la stangata colpirà un’intera categoria e inevitabilmente andrà a riversarsi sulle tariffe e, quindi, su turisti e clienti. E’ evidente che tutto questo avrebbe pesanti effetti su un settore strategico per l’attività turistica italiana e sui bilanci, già così provati, delle famiglie italiane”. Così l’assessore al bilancio, alla programmazione e al coordinamento dell’economia del mare, Marco Montemagni, che oggi ha partecipato in rappresentanza della Regione Toscana all’audizione che su questi temi si è tenuta a Roma alla commissione Finanze della Camera dei deputati. Con la Toscana sono intervenute anche le Regioni Liguria, Emilia Romagna, Puglia, Calabria e Sardegna. “L’aumento preventivato dal governo Berlusconi significherebbe la quadruplicazione dei canoni e colpirebbe indifferentemente tutti gli utilizzi turistico-ricettivi del demanio marittimo. Inoltre – aggiunge Montemagni – l’applicazione indiscriminata della misura colpirebbe ulteriormente le nostre imprese turistiche in un periodo di crisi come l’attuale e, in definitiva, contribuirebbe a rendere meno attraente la ‘destinazione Italia’ “. “Ma c’è dell’altro – prosegue l’assessore toscano - L’aumento improvviso e non progressivo dei canoni andrebbe ad incidere pesantemente sui piani di impresa compromettendone gli esiti. Occorre perciò gradualità negli aumenti ai fini della loro programmazione all’interno della vita dell’azienda”. “Nel documento unitario presentato da tutte le Regioni – dice ancora Montemagni – si sottolineano i problemi irrisolti a livello di rapporti istituzionali, in particolare in relazione all’esiguità dei fondi devoluti alle Regioni per le funzioni ad esse conferite in materia di demanio marittimo. In tal senso le Regioni ripropongono con forza la questione della ripartizione dei proventi del canone di concessione, oggi di esclusiva spettanza dello Stato. Di grande importanza è il mantenimento dei beni demaniali con opere di difesa delle coste, di ripascimento e di manutenzione”. Come ha sottolineato Montemagni nell’audizione “la Regione Toscana ha stanziato a tal fine oltre 100 milioni di euro di fondi propri nel triennio 2003-2005”. “Per tutte queste ragioni – sottolinea l’assessore - la rivalutazione dei canoni dovrebbe essere il frutto di un tavolo di lavoro cui partecipino necessariamente le Regioni. Il tavolo dovrebbe affrontare il tema dei canoni sia con riferimento alle attività turistico ricreative sia agli altri utilizzi delle aree demaniali, con un’operazione di perequazione fondata su dati di consistenza e di gettito certi”. “Lo slittamento al 2005 della rivalutazione dei canoni e una manovra rivista come chiesto dalle Regioni al governo – conclude Montemagni – appare pertanto cosa ragionevole. Insistere nell’aumento a partire dal prossimo 30 giugno penalizzerebbe oltre misura operatori del settore e clienti, introdurrebbe elementi distorsivi del mercato e finirebbe per configurarsi come mera manovra tendente a fare cassa per il bilancio dello Stato”.
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