Cari amici di Portoferraio, leggo con preoccupazione la deriva che stanno prendendo gli eventi legati alla formazione della lista o delle liste di centrosinistra. Non credo sia minimamente interessante istruire ora processi, ricercare colpe ed emettere giudizi. Il tempo non mancherà. Ora l’urgenza è evitare di disperdere il valore delle esperienze maturate nell’ultimo anno, e di mettere in pericolo un progetto politico che non sembra avere al suo interno divaricazioni laceranti. Ripropongo una soluzione che mi appare equa e rispettosa delle dignità personali e delle volontà espresse da tutti coloro che sono stati protagonisti di quell’esperienza e di quel progetto. Scrivevo qualche giorno fa: “Per la Giunta naturalmente il sindaco designato concorderà con i compagni di lista la sua formazione. Se si riesce a mettere da parte le viscere e si utilizza il cervello, il problema Scelza non si dovrebbe porre: lui non vuole per compagni i Movimenti e questi non vogliono lui. Quindi non va in Giunta (non potendoci andare da solo). Ma impedire che entri in lista è richiesta iniqua e lesiva dei diritti di un partito di coalizione, che deve poter presentare chi ritiene più idoneo a rappresentare la cittadinanza. Si scelgano dunque gli Assessori del Sindaco prescindendo dal problema Scelza, ma non prescindendo da criteri di competenza e professionalità, che sono la cosa più importante. Poi, però, i DS e Scelza hanno, a mio modo di vedere, anche il diritto di veder riconosciuto il valore di una candidatura indicata addirittura per il ruolo di sindaco. E allora si stabilisca che il ruolo di Vicesindaco (senza deleghe) spetti al primo eletto della lista: ecco così il “controllo della gente”, la “partecipazione”, i “cittadini senza voce”. Se il popolo sovrano di Portoferraio vorrà riconoscere al candidato di lista Scelza un ruolo di alta rappresentanza, lo voterà numeroso e lo consacrerà vicesindaco. Con il Sindaco, rappresenterà tutta la cittadinanza, senza dover stare sul piano di chi –almeno per il momento– non vuole come compagni, senza imporre la propria presenza a chi –almeno per il momento– non lo vuole come compagno. Il tempo e la volontà del popolo faranno il resto; e forse, soprattutto, solo a questa condizione ci sarà davvero materia per vedere come andranno le cose”. Vi invito a ripensare a questa possibile soluzione, e al fatto che la storia non si ferma a giugno. Anzi a giungo, pur nella modesta dimensione della nostra realtà, ne può cominciare una nuova.
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