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La CGIL parla del futuro economico isolano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 23 aprile 2004

Il problema dei problemi resta sempre la mancanza di una cultura comprensoriale, la frammentazione amministrativa dell’Isola d’Elba, otto sempre più anacronistici comuni, produce un tasso d’inefficienza nella gestione dei servizi, nel superamento degli ostacoli e delle emergenze, nella pianificazione armonica dello sviluppo sostenibile del territorio. Questo il messaggio di fondo estrapolabile dalla somma degli interventi di: sindacalisti, operatori delle categorie economiche amministratori, che hanno partecipato alla mattinata di lavoro sui temi della gestione e dello sviluppo del territorio insulare. “Cominciamo ad essere bravi a individuare i guasti – dichiara il Consigliere Nazionale di Legambiente Umberto Mazzantini – ma siamo ancora lontani da tracciare una strategia accettabile per porre rimedio alle carenze; mi pare inoltre che non siano state prese nella considerazione dovuta le diverse specifiche istituzionali. Ad esempio, come si fa a chiedere al Parco di occuparsi dei Rifiuti Solidi Urbani quando tutti o quasi i centri storici degli agglomerati urbani ricadono fuori del Parco?” . Toni piuttosto pessimistici sono anche quelli del Presidente dell’Associazione Albergatori Mauro Antonini: “Le previsioni sono quelle di una stagione turisticamente drammatica” Antonini punta il dito soprattutto su quello che ritiene il tallone d’Achille dell’economia elbana, il duopolio che gestisce i servizi marittimi, una sorta di non si sa quanto volontario “cartello”, con una Toremar che rinuncia a far concorrenza al concorrente”. Una piattaforma programmatica piuttosto ampia e “cauta” quella della CGIL che è stata illustrata da Marcello Bonistalli, un documento in cui le tematiche del lavoro dipendente sono state poste molto vicine a quelle del lavoro autonomo, che per le peculiarità di un tessuto economico come quello elbano risulta molto importante da osservare e tutelare. In questo la CGIL non parte risultare molto contrattuale con le Pubbliche Amministrazioni, segnando su fronti come quelli dell’uso del territorio, posizioni vicine a quelle “medie” degli Enti, tutte espressioni ameno teoriche di uno “sviluppo compatibile” ma con accenti più marcati sulla parte dello sviluppo che su quella della compatibilità. Di nuovo di carenza “interconnettiva” tra gli Enti ha parlato Catalina Schezzina che ha espresso un duro giudizio sull’operato di una C.M. attenta solo ai problemi di una parte della società e ad una parte delle amministrazioni, segnatamente quelle “amiche” del centrodestra.. “.. mi sono spesso sentita una sorta di navigatore solitario, un Soldini impegnato nel mare tempestoso della pubblica amministrazione”.


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