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L'insostenibile pesantezza delle ruote del Triciclo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 22 aprile 2004

Caro Direttore, Leggo su Elbareport due interventi che ritengo molto significativi circa le intenzioni e la mentalità di quella parte dei DS che ha deciso di sposare, salendo a bordo del “triciclo” al grido di “O Scelza o morte!”, la causa della rottura a tutti i costi della faticosa unità del tavolo del centro-sinistra portoferraiese. Il primo intervento è quello dell’ex-sindaco di Rio nell’Elba, Pino Coluccia. Il testo della di lui missiva è meno lungo e greve del solito per cui è possibile procedere alla lettura integrale del documento. Coluccia parte dalla constatazione che in Italia esistono due sinistre: una di tipo moderato riformista ed una di tipo alternativo e movimentista. Fin qui l’analisi è giusta. Aggiunge però l’ex sindaco che le due sinistre non possono comunicare tra di loro e tanto meno può ipotizzarsi una alleanza elettorale che sarebbe destinata a fallire per i contrasti interni alla coalizione e per la situazione di paralisi che ne deriverebbe. Il “triciclo” DS-SDI- Margherita deve quindi tagliare i ponti con Rifondazione Comunista e con i movimenti per candidarsi al Governo del paese. Il precipitato elbano di tale ariosa teoria è che bene farebbero i DS Scelziani portoferraiesi a fare una loro lista autonoma con l’appoggio dei soli socialisti dello SDI e con la Margherita. E se la Margherita - come sembra - non fosse disponibile ad aderire ad una coalizione così striminzita? Coluccia si pone il problema ma esclude che ciò possa accadere. Secondo lui una Margherita che non recitasse il ruolo di ruota di scorta del “tricilo” non sarebbe in concreto possibile perchè alrimenti sarebbe una Margherita “antirutelliana” (anatema su Peria!). Evidentemente Coluccia ritiene che bollare qualcuno di “antirutellismo” equivalga ad una sorta di scomunica papale con tanto di processo per stregoneria e rogo annesso. Se questo è il contenuto dei colloqui riservati tra le delegazioni di DS e Margherita locali è ben comprensibile il motivo per cui si narra che anche i miti e paciosi petali locali del prodiano fiore abbiano perso la pazienza arrivando anche a parole grosse. L’altro intervento è quello di Pierluigi Amore che, in bello stile, chiosa il più brutal pensiero del candidato a sindaco diessino. Chi non appoggia Scelza, appartenga al correntone DS o a Rifondazione, si iscriva tra i sostenitori de L’Isola e La Città o al Social Forum è solo un girotondino in preda a turbe infantili. Ma la politica è per gente seria e la gente seria appartiene solo all’ala riformista dei DS e appoggia Scelza! E bravo Gigi! Prosegue l’esponente dei DS Dalemiani locali che questa frangia di personaggi infantili e inconcludenti avrebbe prodotto in questi anni solo una sterile ed inutile opposizione non costruttiva alla giunta Ageno. Chissà che ne penserebbe Fratini di una simile affermazione visto che è stato il capogrupppo consiliare di una tale congrega di stolti. Mi sembra quindi chiaro il retropensiero che ha animato il gruppo dirigente locale dei DS nel corso della trattativa per la formazione della lista da presentare per le elezioni comunali a Portoferraio ed il motivo per cui ha spinto con forza l’acceleratore sulla strada della rottura con ogni tipo di partito o movimento. Lor signori si credono autosufficienti, titolari per unzione divina della serietà e dell’efficienza amministrativa. Chiunque non rientri nei loro piani è un rifondarolo buono a cuocer le salcicce alle feste di Liberazione, un no global da bastonare a Genova, un chiacchierone da bar capace di perder tempo a L’Isola e La Città, un illuso ambientalista o, al massimo, un’ anima candida buona per le opere pie di volontariato. Per governare un paese – pensano costoro – ci vuole ben altro: c’è bisogno di gente che sappia dove metter le mani nella gestione del territorio; che sia garante di quei gruppi imprenditoriali che scaricata l’agonizzante Giunta Ageno sono in cerca di nuovi interlocutori politici; che sia capace di essere interprete del “popolo delle partite IVA” (o meglio di alcune partite IVA). Vorrei a questo punto porgere qualche sommessa domanda a lor signori: ma quanti elettori, ex elettori o potenziali elettori DS appartengono a quest’area “girotondina” o ( mammamia!) “antirutelliana” da Voi tanto disprezzata? E ancora: cosa c’è di diverso rispetto al passato nella politica che ci proponete? Non ci sono un po’ troppe assonanze tra certe Vostre dichiarazioni sulla questione morale, la magistratura, la partecipazione con il vocabolario di quella destra che aspirate a sostituire? Non è che questa incapacità di dialogare con i movimenti e con tutti i soggetti non riconducibili al vecchio sistema di potere è il sintomo di una difficoltà di dialogo con settori sempre più ampi della società? Non è che a furia di chiusure e scomuniche Vi ritroverete da soli? Se fossi un dirigente dell’area riformista DS avrei un qualche motivo per essere preoccupato.


benedetto lupi

benedetto lupi