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Ex miniere, rischio inquinamento

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 22 aprile 2004

Presentati a Rio Marina i risultati dell’indagine ambientale commissionata dalla Regione e condotta dall’Arpat sulle ex aree minerarie dell’Isola d’Elba. La situazione appare abbastanza delicata: in molti siti è stata rilevata una situazione di generale dissesto idrogeologico e ambientale. Il problema principale è l’accumulo nei terreni, e di conseguenza nelle acque superficiali e in quelle di falda, di metalli pesanti naturalmente presenti nelle formazioni rocciose dei comprensori minerari. Le situazioni più critiche sono state riscontrate nelle aree minerarie di Rio Albano e Calamita, zone dove si rendono necessari interventi di bonifica ambientale e messa in sicurezza in tempi brevi. Nell’area mineraria di Rio Albano sono stati individuati ristagni d’acqua di colore rossastro e con valori di acidità abbastanza elevati dovuti alla presenza di metalli pesanti. Tracce di arsenico sono state rilevate sia nel suolo che nelle acque di superficie, mentre nel Rio Albano è stato rinvenuto anche mercurio. Altra situazione critica è stata riscontrata a Calamita con elevati valori di arsenico, rame, cadmio e nichel. Minori i problemi evidenziati nelle aree di Rio Marina, Terranera, Sassi Neri e Ginevro, unica miniera sotterranea con impianti in superficie. “Il quadro generale – ha dichiarato l’assessore all’ambiente Tommaso Franci – è abbastanza preoccupante anche perché da quando l’attività estrattiva si è interrotta oltre 20 anni fa, quasi niente è stato fatto per mitigare gli effetti del dissesto provocato. Adesso grazie ai risultati dello studio condotto dall’Arpat, è possibile indirizzare in maniera più razionale e integrata gli interventi di messa in sicurezza e di bonifica ambientale. L’istituzione del parco minerario rappresenta senza dubbio un passo importante verso il ripristino di aree che presentano un elevato interesse scientifico e naturalistico. Certo che la cessione al Coni è stata un altro ‘capolavoro’ dell’attuale Governo. Un atto dal quale emerge la completa mancanza di coordinamento tra i ministeri competenti, un po’ come è accaduto per Pianosa, e in cui prevale la volontà di fare cassa in spregio a tutti gli impegni assunti per garantire la valorizzazione di questi territori nell’interesse dell’isola. La Regione – ha concluso Franci – interverrà presso Governo e Coni per cercare un’intesa che possa impedire la perdita di un patrimonio paesaggistico, culturale e storico fondamentale”.


miniere cala seregola rio marina

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