Torna indietro

Controcopertina: Barbetti, ma 'ndo vai?

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 21 aprile 2004

A leggere quanto successo nell'ultima settimana a Capoliveri non c'è molto di cui andare fieri. E tutto questo con buona pace di chi dice che superato il fosso di Mola si aprono le porte di un mondo perfetto. Lo stato politico per il momento lasciamolo da parte: non è tempo per commedie dell'assurdo. La situazione ambientale invece ha bisogno di essere analizzata. Si è partiti con il grido d'allarme per il ciombolino, una pianticella che ha pensato a mettere radici anche all'Elba, e per farlo ha creduto bene di porsi sotto l'ombrello protettivo di san Rocco (e mica un santerello qualunque: quello che i fedeli hanno sempre considerato un baluardo contro la peste). Ma a Capoliveri negli ultimi tempi ha goduto di poco rispetto persino la Madonna, figurarsi se il povero santo di Montpellier avrebbe potuto salvaguardare la specie protetta dalle grinfie di quelli che la considerano erbaccia infestante. Si è proseguiti con una discarica abusiva con rifiuti talmente vecchi, che se li scoprivano fra altri dieci anni rischiavano di diventare archeologia industriale novecentesca. Per finire con un canile abusivo, dotato di splendida vista mare, pessimi comfort e elevato rischio che al prossimo incendio i poveri animali finissero arrosto. Se a tutto ciò aggiungiamo l'inarrestabile cementificazione (lecita e abusiva), la caccia di frodo, l'attività di motocross e i numerosi atti di vandalismo nei confronti dei cartelli e delle aree di sosta del parco, il conto è fatto. La prima sensazione è che tutto ciò vada a disdoro dei capoliveresi. Molti di essi non hanno probabilmente colto appieno l'importanza del valore ambiente in funzione turistica, trattano macchie e fossi come immondezzai, considerano il territorio una cosa usa-e-getta, disprezzano l'area protetta in quanto tale. Ma ciò è vero solo alla fonte del problema: perché a Capoliveri è venuto a mancare il passo successivo, la vigilanza e il controllo affinché le cause di cui sopra non si vengano a creare o siano sanate, ovvero ciò che spetta all'amministrazione comunale. E questa è la partita persa da Barbetti nei suoi quattordici anni di governo. A Capoliveri è dagli anni settanta che si porta avanti l'assurda equazione più posti letto uguale più turisti, paghi del fatto che mare e spiagge siano l'unica attrattiva importante per gli ospiti. L'era Barbetti non ha fatto eccezione: non ha voluto mettere fine al "male del mattone" che ha afflitto in ordine sparso e caotico la costa dal Lido all'Innamorata, quelle di Naregno e Straccoligno, le pendici che digradano dal paese a Mola. Ma la cosa peggiore è che il sindaco non ha stretto le maglie di un controllo attento e capillare nei confronti dell'abusivismo edilizio, non ha mai dato ordini di demolizioni per quei piccoli mostri illeciti nati anche di zone di grande pregio. E' ovvio che la carenza di controlli ha portato anche ad altri mostri come le discariche e il canile abusivo. Con il caso di quest'ultimo poi si è svelato un altro aspetto negativo: l'indifferenza e la totale inazione dell' amministrazione nei confronti degli illeciti. E' naturale che questa indifferenza porta chi compie un'irregolarità a sentirsi sotto una cappa di impunità e ad ostentare un'arroganza in spregio alle leggi. Purtroppo si nota come anche nel centrosinistra capoliverese l'argomento ambiente sia ancora sostanzialmente tabù in vista delle prossime amministrative. E' spiacevole che l'attuale opposizione non abbia focalizzato la sua attenzione su questo tema. Tutto ciò a torto, e per una semplice ragione: qualunque amministrazione futura dovrà giocoforza affrontarlo seriamente, ed è perciò necessario esporre chiaramente la linea politica da seguire affinché non si continui a insistere sulle fallimentari decisioni dei governi passati. Sarebbe salutare che anche su esso arrivasse dal centrosinistra una posizione che rappresenti un'autentica alternativa e una cesura dalla politica dell'era barbettiana. Il discorso si esaurirebbe qui se non intervenisse un altro particolare: Barbetti è stato e si prepara nuovamente a essere il commissario del parco nazionale. A parte il suo passato di antiparco ambiguo (gli sfoggi di ambiguità nelle questioni scottanti sono tipici del personaggio, permettendogli quindi di modellare il pensiero a seconda delle circostanze), a parte la stranezza di un politico alla guida di un ente che per definizione dovrebbe essere scientifico e culturale, rimane un controsenso: il fatto che un sindaco, che come abbiamo visto non ha prestato la benché minima attenzione alla salvaguardia del suo territorio, possa presentare serie credenziali per aspirare alla guida di un'istituzione del genere. E' un controsenso ancora più grosso poi che un ministro dell'ambiente scelga un commissario del parco solo sulla base degli attestati di stima verso il soggetto interessato ricevuti da vari ambienti (chissà perché non scientifici) e non sul suo lavoro svolto. Un prodotto di solito si giudica per la sua qualità, non per la sua pubblicità. Purtroppo tutto si spiega quando ti guardi intorno e ti accorgi che l'era berlusconiana non è molto dissimile dalla cosiddetta "prima repubblica", e tutti i centri alle dirette dipendenze dei vari ministeri possono allegramente trasformarsi in uffici di collocamento per compari di partito. Cosa puntualmente avvenuta con il parco nazionale dell'Arcipelago toscano, comoda stanza dei bottoni per (loro sì) antiparco senza se e senza ma. Un'istituzione che finora ha fallito la sua opera di divulgazione di cultura e sensibilizzazione (se vi fosse stata tratteremmo veramente il ciombolino da specie protetta e non da erbaccia, e probabilmente non si assisterebbe ai vandalismi all'interno dell'area protetta), che non è in grado di risolvere il problema cinghiali (facendoli apparire per incanto pure sul monte Calamita, dove per trovarne uno occorreva probabilmente risalire all'ottocento), ha partorito progetti fumosi (le aree contigue al parco dove stanno?) e ha lasciato marcire gioielli come Pianosa e il Volterraio. Un'ultima nota a margine: ora che Barbetti è di nuovo commissario, e quindi garante anche delle aree minerarie proprio nel momento in cui esse si trovano di fronte a una svolta cruciale nella loro storia, che linea politica intende prendere per la loro salvaguardia, visto che come sindaco di Capoliveri ha preso posizione solo dopo essere stato tirato per la giacca dalla minoranza?


capoliveri panorama 2

capoliveri panorama 2

matteoli barbetti parco 2

matteoli barbetti parco 2