Caro Sergio: che piacere ricordare i tempi di Alfredino... il teatro delle tradizioni, della memoria storica, dei vecchi personaggi persi nella confusione di oggi. In quei momenti non mi rendevo conto e anche ora non riesco a mettere a fuoco bene le immagini, i significati, le sensazioni...è difficile mantenere lucidità in un mondo di illusionismi politico-culturali e l'uso massiccio (a quei tempi) di sostanze varie non ha certo facilitato le cose. Credo che l'idea rivoluzionaria, l'importanza, la forza e il valore di quel lavoro stava nel contrapporsi alle fughe in avanti...alle "avanguardie" della sinistra operaia... nel dare equilibrio, ridurre le distanze, cercare tutti insieme di riavvicinare la cultura popolare, la politica alla gente della strada. Da allora è mancato... non certo per colpa tua o solo per colpa tua... qualcuno ha continuato... ma è mancato un pò questo contrapporre le tradizioni alla voglia (anche giusta e legittima) di essere "avanti" ... le avanguardie, da sole, si sono perse (nel cyber-spazio?) lasciando indietro a migliaia di chilometri la maggior parte della gente semplice, il "comune lavoratore"... lasciando indietro i partiti della sinistra "tradizionale" che senza stimoli e controlli sono stati facili prede del sistema economico-lobbistico in grado oramai di fare gli affari suoi con qualsiasi governo... destro o "sinistro". Sergio c'è ancora bisogno di Alfredino... datti da fare... anche perchè ci sono dei segnali importanti da perte di alcuni... dei tentetivi di ridurre le distanze... di parlare con la gente e vanno incoraggiati... far vedere come erano messi male i nostri vecchi.. quanto hanno lavorato e poi a sera con quattro stornelli si tiravavano su.. far vedere quanto sono messi male i nostri giovani e quanto dovranno lavorare... bisogna fare ancora il nostro dovere e poi.. a sera andare in culo a tutto e farci quattro risate. Ciao,
chitarra