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Carlo Rizzoli: Guardiamo avanti

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 18 aprile 2004

Caro Sergio, concordo pienamente con la tua controcopertina di sabato, su come basterebbero buon senso e onestà intellettuale per garantire unità vincente al centrosinistra. Ritengo siano alla portata, nonostante gli incidenti di percorso. E la vittoria non sarebbe solo elettorale (probabilmente), ma soprattutto culturale (certamente), portando noi tutti (i progressisti), attraverso il confronto e l’ascolto reciproco, ad un livello più alto di unità. E’ quello che è successo nei primi mesi di confronto tra TUTTI i soggetti del centrosinistra a Portoferraio. Se il problema (comunque in gran parte superato, ci pare) tra Rifondazione e Verdi è quello che tu riporti, e cioè che avremmo parlato come Verdi “della possibilità che solo una parte dei soggetti del centrosinistra riuscissero poi a far parte della “coalizione finale” intendendo ciò come appoggio ad un ipotesi ulivista che tagliasse fuori Rifondazione, sarebbe un problema semplicemente inesistente in quanto infondato. Mi scoccia assai dovermi giustificare, ma mi tocca farlo perché, amante della lirica, conosco bene l’ aria “ ..la calunnia è un venticello….”. L’ ipotesi legata a quelle parole (non un auspicio, si badi) era quella che l’assurdo arroccamento di una parte di una formazione importante come i DS conducesse alla propria autoesclusione elettorale dal centrosinistra nel quale rimanevano TUTTI gli altri. La domanda è: per quale motivo un partito serio come RC interpreta malamente quelle parole rimovendo in un sol colpo mesi di atti , dichiarazioni e atteggiamenti dei Verdi (addirittura un appoggio di candidatura!) e miei personali chiaramente orientati strategicamente all’ unità di tutto il centrosinistra? Perché si imboccano a cuor leggero strade di rottura campate su ipotesi così fantasiose? Perché si arriva ad un punto tale per cui si considera un alleato naturale alla stregua di traditore? Non ho risposte ma una convinzione sì: che occorra sempre partire dal presupposto che quell’ onestà intellettuale che ognuno di noi ritiene di avere ce l’ abbiano anche gli altri; sospettare che chi partecipa ad una riunione dell’Ulivo lo faccia per farti fuori politicamente (siano essi i Verdi o i Comunisti Italiani) e non per ribadire anche in quella sede i medesimi concetti espressi in altre sedi più allargate è un errore di impostazione che può essere dirompente; se ci vengono dei dubbi, la prossima volta, telefoniamoci, guardiamoci nelle palle degli occhi e cerchiamo di capire, prima di trinciar pregiudizi. Guardiamo avanti


carlo rizzoli

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