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Una proposta per superare l'empasse del centrosinistra

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 16 aprile 2004

Caro Sergio, scrivo a te perché non ho titolo – e non me ne dispiace - a partecipare al Grande Dibattito Politico della Sinistra Portoferraiese. Ma forse, a vedere le cose dalla lontana Campo, si riesce a immaginare qualche esito magari dignitoso al percorso in atto. A torto o a ragione una parte della Sinistra (tutti, meno i DS della segreteria di Sezione, che però non sono poca cosa) ha ritenuto prima irrituale (cioè non conforme agli accordi), poi inopportuna, quindi indesiderata, infine inaccettabile la candidatura di Franco Scelza -che io non conosco- a sindaco da parte dei DS della Segreteria di Sezione. A torto o a ragione questi ultimi hanno rivendicato la ritualità della loro scelta, l’opportunità e la auspicabilità politica, giudicando inaccettabile il rifiuto opposto dal resto della Sinistra. A torto o a ragione il candidato Scelza ha ritenuto di dover esprimere valutazioni, di dover tutelare il suo buon nome, di dover esprimere giudizi sui dissidenti dalla sua candidatura, dai quali giudizi ho inteso che i dissidenti risultavano, a suo modo di vedere, ininfluenti o non graditi compagni di strada. Questo ho capito dalle cronache, e spero di aver riassunto bene i termini della questione. La situazione sembra bloccata qui –“Ricapitoliamo: la Margherita è per la lista del Sindaco, sinistra e movimenti per la lista civica, DS per la lista dei partiti, meno quelli del correntone che non si sono espressi perché impegnati a mettere giù la lista delle fregature che hanno tirato loro i compagnucci di partito”, scrivi nel tuo odierno A Sciambere-, e le vie di uscita sembrano proprio poche. Eppure la lista unitaria mi sembra una necessità non solo strategica ma soprattutto politica. E allora? Mi ha illuminato una tua frase: “E il controllo della gente, le assemblee? Lo spirito del 5 Aprile, la partecipazione? E i cittadini senza voce?”. Ripartiamo da capo, svelti svelti, e cerchiamo di rimettere le cose a posto. Per quel che riguarda il sindaco, l’idea della lista del Sindaco è assolutamente conforme allo spirito della legge che ne ha voluto l’elezione diretta, e sarebbe anche bene che si cominciasse a fare come dice la legge. Il risultato non è molto dissimile da una lista civica, e i Movimenti e la Sinistra-Sinistra potrebbero accettarla confluendo sul sindaco di lista. I DS, che sembrano aver rinunciato a candidare un sindaco del loro partito, hanno già accettato come candidato quello che di fatto è il sindaco di lista: dunque potrebbe essere il candidato di tutti. Per la Giunta naturalmente il sindaco designato concorderà con i compagni di lista la sua formazione. Se si riesce a mettere da parte le viscere e si utilizza il cervello, il problema Scelza non si dovrebbe porre: lui non vuole per compagni i Movimenti e questi non vogliono lui. Quindi non va in Giunta (non potendoci andare da solo). Ma impedire che entri in lista è richiesta iniqua e lesiva dei diritti di un partito di coalizione, che deve poter presentare chi ritiene più idoneo a rappresentare la cittadinanza. Si scelgano dunque gli Assessori del Sindaco prescindendo dal problema Scelza, ma non prescindendo da criteri di competenza e professionalità, che sono la cosa più importante. Poi, però, i DS e Scelza hanno, a mio modo di vedere, anche il diritto di veder riconosciuto il valore di una candidatura indicata addirittura per il ruolo di sindaco. E allora si stabilisca che il ruolo di Vicesindaco (senza deleghe) spetti al primo eletto della lista: ecco così il “controllo della gente”, la “partecipazione”, i “cittadini senza voce”. Se il popolo sovrano di Portoferraio vorrà riconoscere al candidato di lista Scelza un ruolo di alta rappresentanza, lo voterà numeroso e lo consacrerà vicesindaco. Con il Sindaco, rappresenterà tutta la cittadinanza, senza dover stare sul piano di chi –almeno per il momento– non vuole come compagni, senza imporre la propria presenza a chi –almeno per il momento– non lo vuole come compagno. Il tempo e la volontà del popolo faranno il resto; e forse, soprattutto, solo a questa condizione ci sarà davvero materia per vedere come andranno le cose. In fondo, in questo modo nessuno ha da ingoiare rospi, come dicevi qualche giorno fa: o comunque, a servirglieli sarà il popolo, sul piatto della democrazia.


pf panorama da santa fine

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