Un solerte lettore ci avverte che in un trafiletto sul L'Espresso di questa settimana si parla del Coni, delle sue difficoltà di bilancio (visto che Lazio e Roma non pagano l'affitto dello stadio e le riparazioni) e si menziona la vendita di proprietà all'Elba. "Magari - dice il nostro - sarebbe utile informarli della situazione". Si sarebbe il caso che i giornalisti dell'Espresso vedessero meglio che cosa andiamo ad alienare all'Elba. Ma sarebbe anche il caso che gli elbani riflettessero meglio sull'atto cialtronesco della vendita di pezzi della nostra isola e sul perchè si vendono. Si vendono le nostre miniere appunto perchè dei ricchi e vanagloriosi che possiedono delle squadre di calcio, si sono inchiodati e non pagano neppure l'affitto di uno stadio perchè devono corrispondere cifre vergognosamente alte a giovinotti che magari hanno il quoziente intellettivo di una lumaca ma che sono bravi a prendere a calci una palla. Orbene personalmente stavamo maturando un progressivo distacco dal calcio (che pure ci piaceva veder giocare) che è un anno dopo l'altro è sepolto da sempre più consistenti slavine di merda (ops!). Già poco o nulla sopportavamo il tifosame la bischera biscarderia quei delinquenti fascisti che si definiscono ultras. (Eugenio Finardi: .. vorrei avere un F 104 a reazione/ e mitragliare con decisione/ le risse da concerto e da pallone/ e gli esperti della televisione .. beh magari un po' meno violentemente mitragliarli di sputi non sarebbe male). Già quindi cominciavamo ad avere sullo stomaco il mondo del pallone ma ora che per tenere in piedi un fetentissimo cotale baraccone, ci stanno togliendo l'isola di sotto il culo, iniziamo a sentire proprio nausea. E se qualcuno per fare lo spiritoso scandirà: Forza Roma Forza Lupi - Ve vendemo i metri cupi (con licenza poetica) le palle ce le farà proprio girare.