Il Convegno "L'Isola del Giglio: un Patrimonio da salvare" si è svolto nella nella giornata di Giovedì 8 Aprile nella sala della vecchia "Casamatta" di Giglio Castello, oggi sede di un rinomato ristorante, ha avuto una notevole partecipazione di pubblico che ha sostenuto un interessante dibattito con le Istituzioni presenti, che ha evidenziato l'interesse per la salvaguardia e valorizzazione del giacimento culturale, quale è l'Isola del Giglio. I lavori sono stati aperti da un'intervento dell'Associazione Archeologica Isola del Giglio che aveva per tema "IL BENESSERE COME QUALITA’ DELLA VITA NEL RAPPORTO CON GLI ALTRI" il cui testo riportiamo qui di seguito: Vorrei introdurre il convegno con il motivo che mi sta più a cuore: il benessere degli isolani come qualità della vita nel rapporto con gli altri e con il proprio ambiente. Benessere inteso come entusiasmo di guardare al futuro della propria terra, di poter scegliere degli obiettivi e poterli realizzare nella consapevolezza di ciò che siamo, di ciò che ci circonda e ci appartiene. Consapevolezza anche di un bene sociale, comune, condiviso, dentro una rete di rapporti e relazioni che realizzano un appagamento per la persona e la comunità. Io credo che la qualità della vita sull’Isola già adesso buona, possa diventare talmente alta che è vero l’esatto contrario di ciò che affermano alcuni quando sostengono che il motivo per cui molte famiglie si trasferiscono in “continente” è la maggiore possibilità economica degli isolani (se questo fosse vero al Giglio rimarrebbero solo i più poveri e invece non è così). Il tenore di vita degli isolani è sicuramente migliorato, la ricchezza è accresciuta, ma questi aspetti non sono sufficienti da soli a star bene su questo scoglio ed a trattenerne gli abitanti , la qualità della vita è un termine che non si può monetizzare ed implica un insieme di fattori che interessano tutta la dimensione della nostra vita: economica, culturale e sociale, perciò è necessario prima di tutto non smarrire la nostra identità isolana, né la memoria di ciò che siamo, riaffermando quella cultura che ci ha permesso di crescere insieme e progredire, nel rispetto e nell’attaccamento alla nostra terra ed alla nostra gente, riappropriandoci dei motivi che ci fanno sentire orgogliosi di vivere su quest’isola, il senso di appartenenza alla propria terra è oggi più che mai un valore aggiunto alla esigenza di conoscenza e dalla consapevolezza delle nostre radici, che nasce il desiderio di valorizzare il nostro territorio perché sia possibile viverlo appieno, in modo rispettoso, sviluppando le risorse umane ed ambientali che lo rendono unico e irripetibile.Gli aspetti che andremo ad affrontare sono proposti intorno ad un tavolo che vede presenti tutti i soggetti interessati allo sviluppo dell’Isola. Gli isolani, che hanno sempre dimostrato di saper convivere con un ambiente valorizzandolo e salvaguardandolo, le Istituzioni, che contribuiscono e sostenerlo e a trovare le risorse e le regole adatte a tale scopo. Ci sono alcuni fattori a rischio che mettono in pericolo il delicato equilibrio di un’Isola , prima di tutto è il continuo trasferimento di intere famiglie, essere troppo pochi significa mettere in pericolo quei servizi primari ( vedi scuola, poste, sanità, esercizi commerciali, trasporti pubblici…) che sono indispensabili. È importante quindi investire risorse sull’Isola e pensare all’inserimento delle nuove generazioni. Un inserimento che deve essere qualificato , capace di impresa , al passo con i tempi, ma fedele allo spirito dell’isola, nel rispetto del suo patrimonio storico ,archeologico e ambientale.Per la salvaguardia di questo patrimonio occorre affrontare alcuni problemi: Pensare in seno al piano strutturale sia alla tutela che alla possibilità di recupero delle strutture un tempo adibite al supporto agricolo, onde evitare il rischio di speculazioni edilizie. · E’ necessario che l’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano, prenda atto della diversità del nostro territorio dal punto di vista morfologico e culturale . (i terrazzamenti non si possono trattare come le zone di pianura o collina e salvaguardarlo significa ripristinare un territorio interamente controllato). · Valorizzazione delle architetture sparse sull’isola e recupero della loro storia , che diventi patrimonio conosciuto e condiviso da chi vive nell’isola. · Recupero del patrimonio archeologico, con priorità all’area castellari-le grotte di Giglio Porto, dove sono i resti della villa romana dei Domizi-Enobarbi, già segnalata con decreto ministeriale come zona archeologica e di rispetto ambientale e paesaggistico. · In questo spirito occorre procedere alla mappatura dei siti preistorici conosciuti , controllando le aree dove vengono effettuati lavori di sbancamento per individuare aree ancora non conosciute e recuperare eventuali reperti e inserire nell’offerta turistica percorsi guidati sui siti già studiati che richiamerebbero molti appassionati di questo settore. · Per quanto riguarda la rocca Pisana di Giglio Castello l’utilizzo darebbe spazi per molte iniziative, oltre ad essere un richiamo turistico per valorizzare tutto il centro di Giglio Castello, sarebbe opportuno restituire alla collettività la parte restaurata e quella venduta negli anni sessanta a privati. · Restauro delle sorgenti storiche ed architetture annesse, inserendole in un percorso culturale con il ripristino dei sentieri per raggiungerle. Rendere visibili e godibili queste strutture che fanno parte della storia del Giglio offrirebbe anche ai giovani nuovi motivi per apprezzare l’isola e le sue bellezze,ed è indispensabile inserire nelle scuole progetti specifici per sensibilizzare gli studenti su questi temi, perchè siano i gigliesi ad essere custodi del patrimonio isolano.
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Giglio Castellucci