FIRENZE La restituzione ai Comuni delle proprie prerogative rispetto alla localizzazione delle antenne, superando il criterio del silenzio-assenso, e l’impostazione di un meccanismo di pianificazione concertata tra gestori e enti locali. Sono questi, secondo l’assessore all’ambiente Tommaso Franci, i due elementi cardine della proposta di legge che la Giunta Regionale ha approvato nell’ultima seduta relativamente alla localizzazione degli impianti fissi per radiodiffusione e degli impianti per la telefonia mobile (modificando la legge 54 del 2000). I due contenuti fondamentali si fondano su un presupposto non meno importante: “La Regione – ha dichiarato Franci - intende così esercitare le proprie prerogative legislative in un settore di propria competenza come la disciplina in materia di impianti di radiocomunicazione”. Le nuove norme verranno ora sottoposte al giudizio del Consiglio regionale. L’amministrazione regionale, che si è attivamente impegnata in questo ambito,aveva già ottenuto l’annullamento del regolamento Gasparri, il cosiddetto decreto sblocca-antenne, di cui alcuni elementi sono stati ripresi nel Codice unico delle comunicazioni elettroniche. “Uno degli aspetti più negativi riproposti nel Codice unico – spiega l’assessore all’ambiente - è l’istituzione del silenzio-assenso a cui sono tenuti i comuni nei confronti delle richieste di installazione di antenne da parte dei gestori della telefonia mobile. La Regione ha impugnato presso la Corte Costituzionale anche il codice delle telecomunicazioni. E a questo punto ha deciso di legiferare in modo tale che la legge regionale superi il codice delle telecomunicazioni”. I punti cardine della legge approvata dalla Giunta regionale sono “l’istituzione di una procedura di autorizzazione che prevede l’espressa approvazione o diniego da parte dei Comuni, superando il silenzio-assenso e restituendo ai Comuni le loro prerogative per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e l’utilizzo delle migliori tecnologie. La legge prevede infatti una autorizzazione specifica per questo tipo di impianti relativa al rispetto dei limiti di emissione elettromagnetica, mentre l’eventuale titolo urbanistico segue la normativa regionale in materia edilizia. L’altro aspetto caratterizzante è che essa punta a una concertazione tra gestori ed enti locali in cui i gestori sono tenuti a far conoscere le loro richieste ed esigenze di sviluppo della rete e di localizzazione, mentre sono i Comuni ad attivarsi per individuare in modo trasparente e partecipato le localizzazioni più opportune. Nel testo approvato dalla Giunta viene attribuita ai comuni la competenza della definizione di un programma di sviluppo comunale degli impianti tenendo conto del coordinamento regionale e in coerenza con gli obiettivi di qualità di concerto con i gestori”.
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