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Legambiente: Suggerimenti per il vero superamento dell'emergenza cinghiali

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 08 aprile 2004

Nei giorni scorsi LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano ha scritto all’Assessore provinciale Franchini ed al competente ufficio provinciale per chiedere che l’emergenza cinghiali dell’Elba venga affrontata con linee ed impegni chiari e condivisi. L’Associazione si riferisce in particolare al completo fallimento nel 2003 delle braccate estive (2 soli cinghiali abbattuti dalle squadre di cacciatori), alla decisione di cessare degli efficaci abbattimenti da parte della Polizia Provinciale, ai foraggiamenti “dissuasivi” che hanno l’unico scopo di mantenere in salute e preparare alle schioppettate autunnali i giovani cinghiali. Il Cigno Verde chiede anche che si abbandoni la invasiva, crudele ed inefficace tecnica della braccata per intervenire solo la dove i cinghiali creano danni all’agricoltura ed ai giardini, andando incontro alle giuste richieste degli agricoltori che vedono troppo spesso il loro lavoro vanificato da questi suinidi introdotti all’Elba dai cacciatori. E’ solo il rispetto di questi i punti che può far rientrare il rappresentante di LEGAMBIENTE nel Consiglio dell’Ambito Territoriale di Caccia, per questo Gian Lorenzo Anselmi, Presidente di LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano, ha inviato la seguente lettera alla Provincia di Livorno: "Nella riunione convocata dalla Provincia di Livorno il 19 marzo 2004, in cui sembra essere iniziata una positiva collaborazione tra ambientalisti ed agricoltori al fine di risolvere l’emergenza cinghiali, il Consorzio D caccia al cinghiale si è impegnato a garantire fino al 31 ottobre 2004 una squadra di pronto intervento operativa in 48 ore, per interventi di abbattimento degli ungulati dannosi per le colture agricole, l’ambiente e la proprietà privata. Si tratta di un impegno importante che ci auguriamo venga mantenuto, evitando di ripetere le esperienze fallimentari del passato (due soli cinghiali abbattuti dai cacciatori durante l’estate 2003). A questo proposito, e al fine di valutare un rinnovato impegno in sede ATC dalla quale il nostro rappresentante si è autosospeso dopo la non presentazione dei bilanci, LEGAMBIENTE chiede alla Provincia di Livorno: 1. di vigilare affinché la squadra di pronto intervento utilizzi tecniche di abbattimento idonee al raggiungimento degli obiettivi prefissati. In particolare non si ritiene opportuno effettuare abbattimenti mediante la tecnica della braccata per i seguenti motivi: scarsa efficacia dei cani con l’innalzamento della temperatura nel periodo estivo, pericolo per la sicurezza pubblica, impossibilità di individuare i cinghiali più dannosi poiché questi nelle ore notturne si spostano dalle aree di rifugio alla ricerca dei siti di alimentazione, impossibilità di raggiungere gli ungulati con zone di rifugio all’interno dell’area protetta e che causano danni al di fuori del pnat; 2. di approvare, a breve termine, un’ apposita ordinanza di divieto di foraggiamento, garantendo il rispetto della stessa mediante un’attenta vigilanza. A questo proposito si fa presente che continuano ad arrivare a LEGAMBIENTE segnalazioni di enormi quantità di pasture gettate nei boschi; 3. di garantire il pieno coinvolgimento di agricoltori e ambientalisti nella definizione, a seguito di approfondite valutazione, di eventuali zone in cui autorizzare il foraggiamento dissuasivo e nella realizzazione del piano di interventi di abbattimento nel territorio non vocato; 4. di autorizzare la polizia provinciale ad effettuare interventi di abbattimento di cinghiali, in modo da poter intervenire in luoghi ove il Consorzio D per motivi di sicurezza, logistiche o di volontà non sia nelle condizioni di intervenire."


cinghiali bosco

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