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L'Autorità Portuale e il porto di Portoferraio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 06 aprile 2004

Il Presidente dell'Autorità Portuale di Piombino, Tabani, è intervenuto confermando la necessità di portare a termine i lavori di banchinamento nel porto di Portoferraio. Qualche settimana fa, in un'intervista rilasciata al settimanale L'isola, si era difeso dalla critica di Elba 2000 di trasformare una calata a mare in una "colata a mare". Tabani dice: "non ho alcun problema ad accogliere la critica quando è costruttiva, ma quando è fine a se stessa, francamente, la vedo male. Si sa che oggi gli scali marittimi hanno bisogno non solo di banchine, ma anche di aree. E siccome, nella zona portuale, aree non ce ne sono, chiaramente devo trovarle in mare". Leggendo l'intervista si capisce che il comandante Tabani è una persona per bene ed è convinto di avere impegnato risorse importanti per modernizzare il porto di Portoferraio. Il suo è il corretto ragionamento di chi, dirigendo un' Autorità Portuale, intende razionalizzare una struttura portuale secondo i criteri che regolano la materia. "Portoferraio è uno scalo commerciale, quindi ha bisogno di attracchi; ad ogni attracco deve corrispondere un'area di sosta, aree a terra non ne trovo, dunque l'unica possibilità che ho è di trovarle in mare. Inoltre, i nuovi attracchi li dobbiamo fare anche in previsione del terzo gestore". Non solo è tutto molto chiaro, ma è anche una scelta accettata da tutti: nessuno è intervenuto a criticare queste scelte, nessun partito, nessuna associazione ambientalista (Legambiente, Italia nostra WWF, ecc.), i nuovi gruppi che si propongono per le prossime elezioni, la maggior parte delle categorie economiche, insomma: nessuno. Solo il Movimento Elba 2000. Perché quindi preoccuparsi di una critica sporadica? Semplicemente perché il comandante Tabani, che da quello che leggiamo è più sensibile su questi problemi dei dirigenti dei partiti e delle associazioni ambientaliste elbane, sa di fare una cosa grave. Ecco perché, in qualche modo, vuole spartire la responsabilità con gli estensori del piano strutturale di Portoferraio, che hanno previsto e quindi legittimato le opere che stanno per essere realizzate sul porto. "Qualunque opera già realizzata o in corso di realizzazione è assolutamente conforme al Piano Strutturale; del resto, quando si va all'approvazione dei progetti in Consiglio superiore essi devono essere del tutto in linea con lo strumento urbanistico vigente". Da parte nostra, come movimento Elba 2000, non faremo nessuno sforzo per convincere il Presidente Tabani che distruggere in modo irreversibile una calata e trasformarla in un parcheggio per autotreni è un crimine ambientale di inaudita gravità. Perché Tabani ne è già convinto, ma si è piegato alla realizzazione delle opere per ragioni di necessità. Secondo noi l'errore che viene commesso è il seguente:considerare le strutture necessarie per uno scalo commerciale in astratto, senza calarle nel loro contesto storico, culturale e ambientale. In altre parole, secondo un percorso di pura razionalità urbanistica, è il porto con le sue strutture a doversi adattare alle necessità primarie del territorio e del suo sviluppo e non il contrario. Non è possibile stabilire le caratteristiche di una struttura portuale in astratto. Nel caso di Portoferraio, trattandosi di un territorio ad altissima valenza storico-ambientale, l'impatto di opere irreversibili di manomissione come prezzo da pagare alle necessità dello sviluppo turistico, deve essere calcolato con estrema cautela. Il problema di fondo che si pone è se Portoferraio dovrà continuare a immolare il suo territorio e il suo mare, le sue ricchezze storiche e ambientali a favore degliinteressi turistici dell'intero territorio dell'Elba. Secondo noi, solo dopo uno studio serio e attento dei flussi in alta stagione che stabilisca come può essere razionalmente distribuito il traffico in arrivo dal continente nei diversi scali elbani, potranno essere previste le caratteristiche tecniche del porto: numero di attracchi, dimensione delle aree, lunghezza dei pontili ecc. Ma, qualunque fossero le necessità, mai potrebbero giustificare le colate di cemento in un lungomare che è uno tra i più suggestivi del Mediterraneo, con i suoi portici a qualche metro dal mare, i bar, le boutique, le gioiellerie, le profumerie, le agenzie, ecc. E, infine, il fatto che i nuovi piazzali, secondo Tabani, sarebbero indispensabili soprattutto in alta stagione, specialmente con l'arrivo del terzo gestore. Anche qui, a nostro avviso, vi è un altro errore nell'impostazione: il problema che dovrebbe risolvere il terzo gestore non è portare ulteriori auto in alta stagione, perché ce ne sono anche troppe, ma di calmierare i costi dei biglietti, di favorire la distribuzione dei flussi e di attirarne di nuovi in media e bassa stagione, dando una mano al turismo in crisi. Non sarebbe male nemmeno poter disporre di qualche corsa in più che tenga conto anche delle necessità degli elbani. I grandi piazzali, oltre a distruggere bellezza e ambiente e storia e miliardi, attireranno auto e autotreni autotreni con largo anticipo rispetto all'orario di partenza, a ingolfare l'area portuale e a mettere in crisi la viabilità. Il rapporto fra città e mare sarà brutalmente manomesso: Portoferraio, un passo alla volta, perderà questa sua preziosa particolarità di essere un città affacciata sul mare e diventerà una città affacciata su squallidi piazzali di asfalto e cemento.


portoferraio porto veduta aerea

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