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La rivoluzione del giglio bianco

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 05 aprile 2004

“La protezione del giglio marino all’inizio è nata come un fatto egoistico – racconta Sergio Galli presidente dell’associazione “Costa del Sole” – ci siamo accorti che sulla spiaggia erano rimaste soltanto due cespugli e, soprattutto ai più anziani, dispiaceva che si perdesse una pianta del genere: abbiamo messo due paletti ed una corda ed abbiamo delimitato quella piccola area. Ci siamo affezionati nel veder crescere quel fiore in mezzo alla confusione estiva.” “E’ stato un piccolo miracolo, - continua l’operatore turistico - la pianta si è propagata, i gigli rimanevano candidi anche in mezzo al polverone d’agosto. Poi anche i turisti hanno iniziato a notarli ed a chiedere informazioni, con un certo interesse. Ci siamo perciò accorti che questa piccola presenza aveva un valore etico, che attraverso la conoscenza maturava il rispetto ed aumentava l’educazione nei confronti della spiaggia.” “L’aspettativa del turista balneare è anche verso ciò che appartiene al luogo, ciò che è realmente autoctono, per questo anche nei giardini degli hotel cerchiamo mettere piante che appartengono alla macchia mediterranea.” L’attenzione all’ambiente degli operatori turistici della Costa del Sole si riflette direttamente sugli atteggiamenti dei turisti: “Fetovaia dalla strada sembra un formicaio, ma sulla spiaggia c’è molta meno confusione di quella che ci si può aspettare.” Gli albergatori oltre al mare più bello dell’Elba hanno da giocarsi anche un’altra carta alla quale tengono moltissimo: le spiagge selvagge delle Tombe o dell’Ogliera, della cui integrità naturale sono gelosissimi. In piena stagione ai turisti che chiedono posti più tranquilli vengono consigliate quelle mete: “tornano rinfrancati – dichiara soddisfatto Galli – dalla dimensione di un mondo perduto. Incredibilmente si apprezzano le spiagge dove c’è l’assenza assoluta di servizi. Chiedendo ad un affezionato ospite tedesco che cosa desiderasse di più per la sua vacanza elbana questi rispose “stare su un sasso a fissare il mare e l’orizzonte”. Il giglio di mare è il simbolo della riscoperta di un turismo a misura di isola, che attraverso la conoscenza è in grado di apprezzare anche alcuni fenomeni considerati fastidiosi ma perfettamente naturali, come ad esempio la Posidonia sulla spiaggia.“Abbiamo messo delle schede informative al riguardo che il turista legge con molta attenzione”. Gli albergatori lamentano però la latitanza delle istituzioni locali, in primis quella del Parco che non svolge nessuna tutela attiva sulle emergenze naturali e storiche del versante sud – occidentale, in secondo luogo quella della Comunità Montana dei Comuni e della Provincia che prestano pochissima attenzione ad un turismo fondato su una nuova sensibilità ambientale.


galli fetovaia

galli fetovaia

cespugli giglio marittimo fetovaia

cespugli giglio marittimo fetovaia