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Una ipotesi di Elba2000: La carenza idrica come freno allo sviluppo

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 23 marzo 2004

La Regione, la Provincia, il mondo ambientalista, i grossi complessi alberghieri e l'aria culturale del “parassitario avanzato” hanno un obiettivo in comune: la riduzione dei flussi turistici di alta stagione. Ma gli atteggiamenti messi in atto per raggiungere questo fine, di fatto, influiscono negativamente soprattutto sul saldo complessivo delle presenze turistiche, contribuendo ad aggravare la crisi in atto. Gli albergatori, non potendo aumentare la capacità dei loro lberghi, si oppongono alla costruzione di nuovi anche nelle zone dove ci sono spiagge senza alberghi, come nella parte orientale dell'Elba. Non vogliono l'aumento dell'offerta, che li ostringerebbe ad abbassasse i prezzi, con il rischio di lavorare di più e guadagnare di meno. Quindi, di fatto, per difendere i loro legittimi interessi, contribuiscono a bloccare un ulteriore sviluppo dell’industria turistica. Gli ambientalisti (Legambiente, WWF, ecc.) hanno giustificato il loro atteggiamento con i danni che il turismo di massa provoca all'ambiente. Questi movimenti svolgono attività di denuncia, per certi versi anche preziosa, ma contribuiscono a creare un clima di caccia alle streghe, con i loro dossier inviati sistematicamente alla magistratura e conseguente blocco degli uffici comunali e paralisi dell'attività edilizia. E' il loro contributo al blocco ell'espansione turistica. Fanno il loro lavoro alla luce del sole e legittimamente. L'azione di Regione e Provincia per raggiungere lo stesso obiettivo è più inquietante, perché più subdola. Intervengono nei loro strumenti di programmazione territoriale introducendo un concetto apparentemente ineccepibile: quello di far derivare lo sviluppo turistico di una zona dalle risorse disponibili. Sembra logico che non si debbano avere più turisti di quelli che possono essere contenuti sulle spiagge o di quelli che si è in grado di dissetare. Nulla da eccepire sulle spiagge, o sui centri storici, che sono delle risorse che potremmo definire " rigide". Il discorso dovrebbe essere diverso per le risorse che sono estensibili, qual è ad esempio la risorsa idrica, che è una variabile che dovrebbe aumentare con l'aumento dei flussi. Ma la legge regionale e quindi i diversi piani di programmazione territoriale regionali e provinciali e i piani strutturali che ne hanno recepito i principi legano lo sviluppo abitativo alla risorsa idrica, concepita come una risorsa immodificabile. L'Elba, come il deserto del Sahel. Se ne deduce che, poiché all'Elba l'acqua non è sufficiente per gli attuali elbani e i turisti, non è possibile prevedere ulteriori volumetrie insediative. E questo neanche nelle zone meno sviluppate, essendo la carenza idrica un dato complessivo per l'Elba. Quindi, la carenza idrica non è un problema da risolvere, ma diventa la più efficace arma di contrasto contro ulteriori insediamenti abitativi, che si tratti di elbani per le prime o le seconde case oppure di alberghi e residences per turisti. Vi sarebbe, dunque, un piano teso a limitare le presenze turistiche prendendo elbani e ospiti per sete. Essendo queste, con tutta probabilità, le intenzioni prepariamoci al peggio. Difficilmente, verranno presi in considerazioni progetti come quello del grande serbatoio sotto il Monte Capanne, perché oltre a darci molta acqua e di ottima qualità toglierebbero un importante sbarramento alle “orde” del turismo di massa che, nella visione del parassitario avanzato (comodamente sistemato all’interno delle sue nicchie di privilegio) e dell’integralismo ambientalista, finirebbero col distruggere l’Elba. Una ulteriore riprova di questo sta nel fatto che tutte le forze favorevoli al Parco sono le stesse che non avvertono la carenza idrica come un problema. Nonostante arrivi nelle nostre case un’acqua pericolosa e di pessimo livello qualitativo (come dimostrano gli stessi dati forniti dalla Usl), non esistono infatti iniziative, documenti, prese di posizione o semplici dichiarazioni di responsabili dei partiti o delle categorie o delle associazioni che si batterono a favore del Parco in cui ci si riferisca alla crisi idrica come ad un problema grave da risolvere, ma ne esistono invece molti dove ci si riferisce alla carenza idrica come limite insormontabile ad un'ulteriore espansione turistica. Per gli elbani, dunque, una doppia penalizzazione: costretti a vivere in un’eterna crisi idrica e con un freno costante allo sviluppo turistico.


Poggio fosso della nevera

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