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A Sciambere: 1° Gennaio, e c’è poco da ridere

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 01 gennaio 2003

Si ricomincia anzi si continua. Abbiamo continuato a lavorare anche in pieno clima vacanziero, non abbiamo creato una soluzione di continuità informativa, non perché costretti ma volutamente. Non ci siamo sperticati in auguri forzosi. Abbiamo lavorato forse un po’ anche per protesta, sostanziando quello che una volta si chiamava “sciopero alla rovescia” anche se avevamo voglia e necessità di tirare il fiato. Lo abbiamo fatto per sottolineare che a nostro parere all’Elba e nel mondo (passando per l’Italia) in occasione delle ricorrenze religiose, per chi è praticante o meno, ci sia pochissimo da festeggiare e molto da riflettere. Noi crediamo che la vita debba essere anche gioia e relax, ma è anche fatica, impegno e condivisione dei problemi degli altri. Per questo secondo noi vale enormemente più un raro sorriso di Gino Strada che l’eterno sorriso da beato beota di un ometto proiettato alla guida di una nazione tra le più ricche ed importanti del mondo senza cultura (né generale, né di governo) soprattutto dal sonno della ragione. E non ci conforta che un ex-intrattenitore da crociera (un Fiorello dei poveri) sia diventato democraticamente primo ministro ed aspiri per la via democratica a diventare il presidente di una repubblica riformata ad uso e consumo dei suoi interessi. Per via democratica non molto tempo fa (ragionando in termini storici) un ex-imbianchino fu eletto Cancelliere in Germania, si chiamava Adolf Hitler e fu proprio lui a convincere qualcuno a scrivere: “Il sonno della ragione genera mostri” Ma cosa cazzo ha da ridere questo signore al termine di un anno disastroso per l’economia nazionale? Cosa cazzo ha da ridere mentre gira con il piattino delle elemosine in forma di condoni a raffica, che suoneranno come l’ennesima presa di culo per il cittadino onesto che ha pagato sempre tutto e che non deve condonare niente? Cosa cazzo ha da ridere con gli immigrati che annegano sulle nostre coste, che asfissiano nei cointainer, con gli operai di Termini Imerese che non sanno dove dovranno andare a cercare pane, con i mafiosi che si sentono così forti da mettere cartelli contro il 41 bis negli stadi, con un paese violentato che frana, che crolla, che va sott’acqua ad ogni pioggia? Soprattutto cosa cazzo ha da ridere, mentre ad un passo da noi in Irak, si sta preparando l’ennesimo massacro tecnologico? Un massacro prossimo venturo, mascherato da crociata da entrambe le parti, frutto degli egoismi (di popolo o personali non fa differenza) dei signori della guerra George Hussein e Saddam Bush, uguali e specularmente disprezzabili, perché si apprestano a preparare insieme un orrido paté di propaganda, petrolio, sangue, dollari e merda che cola dalle viscere squarciate che a qualcuno come Gino Strada tocchera ricucire. Non disponiamo della fede che ha quel vecchio signore di Roma che continua a chiedere inascoltato la pace in Palestina ed ovunque, la fine dello sfruttamento dei bambini del mondo, la fine delle violenze sull’uomo e sull’ambiente, la pietà per gli uomini e le donne delle carceri. Non possiamo anche noi chiedere tutto questo nel nome del Signore. Al massimo e con la flebilissima voce che abbiamo possiamo dichiararci d’accordo nel nome dell’uomo. Chiediamo però ai nostri concittadini, ai pochi che ci leggono, di ridere un po’ meno e pensare un po’ di più. E da laici, come particolarissimo augurio di buon anno, torniamo a pubblicare dei versi di Francesco Guccini, una canzonetta si potrà dire: noi la consideraiamo una sorta di manifesto: Da morte nera e secca, da morte innaturale, da morte prematura, da morte industriale, per mano poliziotta, di pazzo generale, diossina o colorante, da incidente stradale, dalle palle vaganti d' ogni tipo e ideale, da tutti questi insieme e da ogni altro male, libera, libera, libera, libera nos Domine! Da tutti gli imbecilli d' ogni razza e colore, dai sacri sanfedisti e da quel loro odore, dai pazzi giacobini e dal loro bruciore, da visionari e martiri dell' odio e del terrore, da chi ti paradisa dicendo "è per amore", dai manichei che ti urlano "o con noi o traditore!", libera, libera, libera, libera nos Domine! Dai poveri di spirito e dagli intolleranti, da falsi intellettuali, giornalisti ignoranti, da eroi, navigatori, profeti, vati, santi, dai sicuri di sé, presuntuosi e arroganti, dal cinismo di molti, dalle voglie di tanti, dall'egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti, libera, libera, libera, libera nos Domine! Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura, dai preti d' ogni credo, da ogni loro impostura, da inferni e paradisi, da una vita futura, da utopie per lenire questa morte sicura, da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura, da fedeli invasati d' ogni tipo e natura, libera, libera, libera, libera nos Domine,