Prima di commentare la decisione dell’amministrazione portoferraiese di affidare ad un canile di Cecina la cattura dei cani, randagi o di proprietà, che vengano trovati in giro incustoditi, abbiamo atteso l’ultima assemblea della Comunità Montana, al termine della quale si sarebbe dovuto aprire un confronto sul tema leishmaniosi, randagismo e canile all’Elba. Di fronte all’ennesimo rinvio pensiamo sia necessario un chiarimento. Il dettato della Legge della Repubblica Italiana 281/91 e delle Leggi Regionali 43/95 e 90/98 è chiaro: i Comuni singoli o associati “provvedono alla costruzione o al risanamento dei canili municipali”; i Comuni singoli o associati “devono dotarsi di canili rifugio”. Nessun passaggio delle leggi citate fa intendere che un Comune possa, in alternativa al dotarsi di tali strutture, convenzionarsi con canili di altri. In questo ambito, il Comune di Portoferraio non solo non ottempera alle leggi nazionali e regionali, ma ha, in almeno due occasioni, agito in aperta contraddizione con le prescrizioni di dette leggi: chiudendo la struttura degli Ex-Macelli, che poteva essere risanata in quanto canile municipale (essendo stata gestita a tal uso dalla USL fino al ‘98) ed abbandonando il progetto per la realizzazione del canile comprensoriale di San Martino, che doveva essere utilizzato come canile rifugio anche per gli altri comuni dell’isola. Tutto ciò è aggravato dalla mancanza assoluta di strategie di prevenzione e sensibilizzazione, dalla presenza di una malattia diffusa e pericolosa come la leishmaniosi, dal fatto che l’insularità comporta una cronicizzazione dei problemi, che non trovano sfogo in territori contigui. A fronte di tutto ciò riprende vigore la vecchia idea di “rimuovere” fisicamente il problema dei cani abbandonati esportandoli sul continente, nonostante le polemiche e le proteste che hanno sempre accompagnato tale ipotesi. Vorremmo conoscere alcuni dettagli tecnici. Ad esempio: dove saranno ospitati gli animali nel “periodo di osservazione” che dovrebbe consentire di rintracciarne i proprietari? Nel canile comunale, che, in violazione alle leggi regionali e nazionali, non esiste? (o per caso si vuole riaprire il Canile degli ex-Macelli?); oppure: visto che il servizio di cattura e osservazione dei cani deve essere garantito dalla ASL, perché affidarlo ad una ditta privata e quali saranno i costi per la collettività di tale operazione? Ci sembrerebbe molto più opportuno che il comune di Portoferraio, visto il peso che esercita nell’equilibrio amministrativo elbano si impegnasse in direzione della realizzazione del canile comprensoriale, o che almeno intraprendesse le iniziative di prevenzione del randagismo e abbandono che potrebbero, quelle si, ridurre drasticamente il numero dei cani vaganti sul territorio. Stiamo parlando, se ancora c’è bisogno di ripeterlo, di far applicare le leggi esistenti in merito di anagrafe canina, visto che la maggior parte dei cani di proprietà sono sprovvisti di tatuaggio, di favorire le sterilizzazioni, visto che spesso si preferisce abbandonare le cucciolate piuttosto che far operare le cagne, di affrontare il gravissimo problema della leishmaniosi, che, oltre a rappresentare una vera e propria emergenza sanitaria, è una delle principali cause di abbandono degli animali. Il nostro continuo richiamo al rispetto delle leggi, piuttosto che far ricorso a soluzioni provvisorie e di comodo, è motivato unicamente dalla necessità di offrire agli animali abbandonati o smarriti la dignità di trattamento che può essere garantita solo da un servizio pubblico che operi attraverso percorsi chiari e rigidamente controllati e regolati, nello spirito di quella corretta convivenza tra uomo ed animale e di quella tutela della salute pubblica e dell’ambiente che costituiscono le motivazioni di base della stessa legge. Vogliamo invitare il sindaco di Portoferraio e quelli degli altri i comuni elbani ad un tavolo pubblico di confronto sulle problematiche del randagismo, dell’abbandono e del maltrattamento degli animali da tenersi al più presto. Renderemo nota la data in breve tempo; per l’occasione stiamo contattando personalità del mondo animalista, ricercatori e giornalisti specializzati.
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