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La sinistra tra Robespierre e Berlusconi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 19 marzo 2004

Con l'istituzione del Parco l'isola è diventata un bene dell'Umanità e gli elbani un pericolo costante per la sua incolumità. Su questa presa di coscienza hanno influito molti elementi. Ci sono volute le alluvioni settembrine viste come punizioni divine, gli SOS ambientalisti, le campagne sui giornali nazionali contro gli elbani cementificatori, gli interventi regionali di tutela, ecc.. Insomma, tutti a difesa di questo paradiso terrestre, dove però Adamo è un mafioso e Eva una mignotta. Diffusasi rapidamente quest'immagine, con probabili effetti negativi anche sul turismo, l'Elba è adesso sotto tutela e gli elbani nel mirino degli ambientalisti, dei girotondini, della Forestale, di Legambiente, di Italia Nostra, del WWf, della Finanza e dei carabinieri, mentre i Sindaci sono tenuti costantemente sono controllo dai carabinieri e, in parlamento, vengono trattati dai deputati come mafiosi. Anche la scuola fornisce un utile contributo, facendo intervenire i familiari di Peppino Impastato, ucciso della mafia, per preparare le nuove generazioni al peggio. Ma adesso questa caccia alle streghe sta dilagando, facendo vittime illustri non previste: il furore giacobino di sinistra, entrato inaspettatamente in campagna elettorale, rischia di decapitare i propri tribuni. Vittima collaterale illustre è Franco Scelza, candidato diessino, a causa di una banale storia di pontili e permessi. La sinistra ha smesso di fare politica e giudica le azioni, non solo degli avversari ma anche dei propri compagni, codice alla mano (a Natale, riceveranno giustamente in omaggio, per la lealtà a questi principi, il calendario dei carabinieri). Se la sinistra avesse affrontato il problema della candidatura in termini politici, avrebbe dovuto porsi questa domanda: come fanno le direzioni dei partiti di Piombino, Livorno o Firenze a decidere che un manager di una società con enormi interessi nelle zone portuali (e che ha visto bocciare dall’amministrazione uscente, a più riprese, i suoi piani di sviluppo che prevedevano la costruzione di importanti volumetrie) possiede i requisiti per diventare Sindaco di Portoferraio? E ancora… potrebbe questa candidatura, nonostante l’indiscussa specchiata onestà del personaggio, oggettivamente, creare un problema di conflitto di interesse, un argomento, questo, così caro al partito e che la sinistra utilizza spesso contro i suoi avversari? Se la sinistra avesse ragionato in questo modo, visto che alle elezioni si va per vincerle e non per fare ripicche o affermare principi, la candidatura di Franco sarebbe stata considerata imprudente e quindi non avanzata. Onestamente, non può essere escluso il fatto che il rischio sia stato valutato ma accettato, avendo prevalso la considerazione dell'utilità di avere un maneger come Sindaco. Cioè, uno abituato a prendere decisioni e a realizzare cose, e non a perdere tempo nel teatrino della politica. Se così fosse, la cosa sarebbe ancora più inquietante, almeno per il popolo della sinistra. Perché questo potrà anche essere vero (in certi casi), però non è un principio di destra, non è un principio di sinistra. Forse non è neanche un principio: semplicemente, è l'idea berlusconiana della gestione del potere. Quindi, una sinistra legalista, giacobina e berlusconiana, ma soprattutto …confusionaria.


Portoferraio Panorama da Monte Maolo

Portoferraio Panorama da Monte Maolo