Aria serafica, sorriso bonario stampato sulle labbra, ostentando la tranquillità dei giusti, Tiziano Nocentini incontra la stampa per chiarire la sua posizione e dire le sue ragioni. Sono presenti, nella saletta sovrastante il negozio BATA, all’epicentro dei domini nocentiniani, tutti i dipendenti dei negozi Dico ed Euronics, che oggi rischiano di perdere il lavoro, a fare da pubblico all’imprenditore che accusa, ma con molto aplomb, un accanimento “a livello forse politico”. Un certo nervosismo è tradito da uno scatto di una persona di famiglia, che, ad una domanda tendenziosa sulle amicizie politiche di Tiziano, esclama: “Pura fantasia! Dare posti di lavoro, essere imprenditori all’Elba è essere delinquenti!” Teoria piuttosto singolare! Nocentini, come sempre, porta al primo punto delle sue argomentazioni i tanti posti di lavoro che offre con le sue attività e che sarebbero più che sufficienti a giustificare qualche piccola irregolarità. Che comunque non ci sarebbe, a detta del sedicente benefattore, poiché, come sostiene, per ristrutturare il fabbricato Pacaelmo non ci volevano altri permessi. Ai giornalisti vengono distribuite cartelline con la documentazione, il comunicato di precisazione della società PACAELMO e l’ordinanza del Tribunale di Livorno che stabilisce il sequestro dei due negozi. Questo documento, oltre a riportare la già nota cronistoria del primo sequestro, dei mancati permessi di costruzione, della modifica della destinazione d’uso ed a sottolineare che “per queste opere sarebbe stato necessario chiedere l’autorizzazione edilizia … in quanto trattandosi di una trasformazione edilizia importante con cambio d’uso da artigianale a commerciale, dell’intero corpo di fabbrica e dell’area di sua pertinenza, dovevano essere richiesti preventivamente dal Comune, e dunque dal responsabile architetto Maltinti, i pareri di tutti gli enti interessati”, contiene un nuovo riferimento: “deve ancora rilevarsi come dalle dichiarazioni rese in diverso procedimento da Fuochi Giuliano, già vicesindaco del comune di Portoferraio, integralmente riportate nella richiesta del P.M., emergono rapporti “di simpatia” del Nocentini, imprenditore commerciale di spicco in Portoferraio, con il sindaco Ageno (ciò che sembra trovare conferma nel fatto che il figlio è l’architetto che ha seguito l’intervento in esame per conto del Nocentini) “ Qualcuno a proposito chiede quali sono i rapporti con Fuochi. Nocentini risponde richiamando la concorrenza fra panifici. Fra il pubblico dei dipendenti intanto c’è chi si chiede come mai, visto che il reato è abuso d’ufficio da parte di un dirigente comunale, non venga perseguito subito quest’ultimo invece di chiudere due attività lavorative. A domanda Nocentini nega di aver cercato di acquisire aree dove ci sarebbe stata una prima previsione di collocazione degli esercizi commerciali nella UTOE di Albereto. Il figlio di Ageno? E’ un bravo tecnico, questa è la vera motivazione della scelta. La “simpatia” per il padre sindaco non c’entra nulla, tanto che all’architetto Ageno sono stati affidati anche altri lavori a Piombino, perché non ci si ferma qui… Intanto i legali di Nocentini hanno avanzato un nuovo ricorso al Tribunale del riesame: sperano in una rapidissima positiva conclusione della vicenda, altrimenti… saranno guai, per i bilanci aziendali, ma soprattutto per i lavoratori (in fondo a pagare sono sempre loro). L’incontro finisce in italico stile con un caffè offerto ai giornalisti dal padrone di casa.
pacaelmo + lontano