E' nota financo all'assessore la teoria freudiana dei "lapsus linguae", gli errori che commettiamo parlando, ad esempio inserendo una parola assonante rispetto a quella che intendevamo usare, errori che rivelano dei nostri pensieri inconsci. Facciamo un esempio se per caso ci scappasse di dire ad uno che ci sta scocciando: "Non mi rompere i frangioni", potrebbe significare che in realtà nel nostro intimo riteniamo le guarnizioni e la passamaneria (ci capiranno le signore) come le gale, le trine o le grosse frange come qualcosa di inutile e fatidioso. Orbene, oltre al "lapsus linguae", si riconosce anche il "lapsus calami" che al contrario di quanto ritiene il consigliere non è un errore di totano, ma l'inserimento di un termine inesatto nello scrivere, anche se oggi sarebbe più pertinente l'uso di un termine come "lapsus digiti", poiché piuttosto che la penna di usa la tastiera. Chiaramente chi incappa nel lapsus, richiamato all'ordine deve saper poi costruire la frase corretta, altrimenti non di lapsus trattasi, bensì di purissima ignoranza. Ci piace in questa sede fare due esempi di lapsus calami, entrambi riconducibili alla collega Luana Rovini del Tirreno, e perciò definibili come rovinosi lapsus. Il primo si riferisce al frequente digitare da parte della collega il termine "urbanistica" come RUBANISTICA, fatto che dimostra che Luana in cuor suo probabilmente pensa che intorno alla gestione del territorio parecchi vengano presi da incontenibili attacchi di cleptomania, il secondo è in pagina oggi sul quotidiano livornese. In un articolo il lapsus rovinoso ha trasformato il segretario dei DS Angelo Zini in AGENO ZINI. E qui non ci troviamo d'accordo con l'inconscio della nostra collega e amica: che il segretario querciaiolo sia in una deriva che lo porta a destra verso il centro, ma che ormai gli si dia una collocazione "Ageniale" è troppo (almeno troppo prematuro).
Totano