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A Sciambere degli autocandidati

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 11 marzo 2004

Come giustamente scriveva qualche giorno fa l'indiscreto del Tirreno, all' Elba di questi tempi è un fioccare di autocandidati. Questa strana specie politica, lontana dalla via d'estinzione, si affaccia sulla scena in periodo preelettorale per poi, dopo essere stata quasi sempre pretrombata, rientrare nei ranghi dei comuni cittadini. Cultori di loro personalissime concezioni politica, quasi tutti hanno una cosa in comune: pensano a torto che la cosiddetta democrazia partecipativa sia ispirata dall'adagio decoubertiniano "l'importante è partecipare" applicato alle elezioni. Di solito si presentano sotto insegne note o puramente inventate, ma rappresentano solo se stessi o poco più, incasinando ulteriormente il già variegato bestiario politico locale. E' la democrazia, bellezza! Per tutti coloro che vogliono intraprendere questa strada, proponiamo un'utile e gratuita guida: MANUALE DEL PERFETTO AUTOCANDIDATO Del nome da dare alla propria formazione politica. Trattasi di una condizione irrinunciabile, ma da usare con cautela. Evitate di dare nomi troppo elucubrati, benché affascinanti. Esempio: non chiamatela "Movimento utopistico di revisione hobbesiana" o "Per una nuova concezione dell' epistemologia bagnaiese". Utilizzate invece luoghi comuni o banalità: "Movimento sinistra e destra tutti uguali" oppure "Lista a favore del progresso per tutti", o ancor meglio nomi diretti che riassumono anche il programma come "Non ci sono più le mezze stagioni" o "Mi ricordo quando qui era tutta campagna". Del simbolo politico. La vostra faccia, a meno che non siate bruttini. In questo caso dovete metterci la vostra foto di quando eravate in fasce, o dovete farvi fotoritoccare o propriamente ritoccare (ovvero il bisturi riparatore, il metodo consigliato da Silvio), e se tutto questo non serve usate come simbolo il bisturi stesso, con lo slogan "Bellezza per tutti- Per un nuovo miracolo del lifting". +CDel modo di presentarsi all'opinione pubblica (ovvero del fare il "coming up"). Vi sono diversi modi, e tutti efficaci: l'importante è apparire. Potete utilizzare il forum on-line e la televisione locale, la carta da lettere profumata, il volantinaggio, i segnali di fumo, i messaggi subliminali, i comizi appassionati nei parchi pubblici, o potete passeggiare nudi in paese (che se non vi porta voti, pubblicità ve la porta di sicuro). In ogni caso fregatevene di quello che dite: l'importante è vendersi. Della propria compagine. Poiché la vostra candidatura risponde a esigenze personali, non perdete troppo tempo con la scelta dei compagni. Quando parlate, però, usate sempre la prima persona plurale, ma non come pluralis majestatis, bensì per dare l'impressione che siete circondati da un solido gruppo politico. Potete usare la prima persona singolare solo la fate seguire da formule tipo "unto del signore", "self-made-man" o "voi conoscete benissimo la mia vita di vincente". Del programma. Prerogativa fondamentale è non avere un cazzo da dire, ma dirlo. E' necessario approfondire temi di capitale importanza come il senso di marcia in via tal dei tali, il colore delle panchine, la potatura dei pini d'Aleppo, l'installazione di un semaforo in mezzo a una piazza, etc. Sorvolate a distanze siderali i problemi di più ampio respiro (canile, svendita delle miniere, etc.), e se proprio sarete sollecitati cavatevela con una frase che fa sempre il suo effetto: "E' colpa delle precedenti amministrazioni, ma con me cambierà tutto." Del modo di interagire con gli elettori. Considerando che andrete a confrontarvi con persone di diverse estrazioni culturali adottate la strategia del sondaggista (o come accidente si dice). A una questione che divide l'opinione pubblica, rispondete: "Il 60% di me è d'accordo, il 30% è contrario, il 10% non sa o non risponde". La comunicazione con i vostri potenziali supporters è importantissima. Se vi fanno una proposta che vi trova in disaccordo, non rispondete in maniera diretta, bensì:"La vostra posizione si troverebbe in sintonia con la mia linea programmatica, ma si pongono delle pregiudiziali insormontabili che inficiano il mio metafisico sentire di fronte ad argomenti di tale portata ideologica". In questo modo potrete affermare, quando vi metteranno in difficoltà o saranno mutati i tempi, che hanno travisato il vostro pensiero. Infarcite anche il discorso con termini a sproposito come "gheriglio", "perifrastico" o "cognitivista", che fanno tanto erudito. Del modo di raggranellare consensi. Ricordate le parole del saggio Gorge W.: per vincere non occorre prendere più voti dell'avversario. Il problema è che voi non avete agganci alla corte suprema. Dovete quindi arrangiarvi: auguri. Conclusione. Non vi preoccupate se affrontare questo tour de force vi costerà soldi, fatica e sbattimenti: sarà una rottura di palle infinitamente inferiore in confronto alla sopportazione di noi elettori.