L’Assemblea odierna della CM ha affrontato diverse questioni di notevole interesse per la popolazione elbana: l’approvazione del regolamento per il taglio degli alberi, il mandato al Presidente per la scelta secondo criteri di parità di alcuni Consiglieri (di cui almeno uno per ciascun dei tre Comuni che comprendono nel proprio territorio l’area mineraria) incaricati di redigere, sulla questione della cessione delle miniere al Coni, una bozza di intesa congiunta e trasversale da sottoporre al Ministro dell’Economia per veder rispettati quanto meno i protocolli di garanzia in essere e, infine, l’approvazione del regolamento del Difensore civico comprensoriale. Questioni in buona parte seguite da una troupe televisiva della RAI, impegnata in un servizio sul fenomeno del randagismo nelle isole minori e giunta sull’isola in fortunata coincidenza con l’informale invito da parte del Presidente Simoni a coloro che fossero stati interessati a partecipare all’Assemblea, che si proponeva di trattare anche l’annoso e “famoso” problema dell’assenza del canile. Tornando al Difensore civico, il regolamento è stato approvato con qualche modifica che ha, tra l’altro, introdotto l’obbligatorietà di azione in casi di accertamento d’ufficio di irregolarità compiute dalle Amministrazioni. Non è stato invece accolto un emendamento che avrebbe previsto un ulteriore vincolo alla designazione del futuro Difensore civico, relativo a coloro che, anche nei cinque anni precedenti all’incarico, avessero rivestito cariche elettive. A livello formale l’iter dunque prosegue. Quanto ci dà più da riflettere sono invece i tempi, adesso che la “palla” è passata alle Amministrazioni comunali, che saranno necessari per le relative delibere e soprattutto per gli impegni di spesa. Abbiamo ricevuto rassicurazioni che i tempi saranno brevi, ma facendo tesoro dell’esperienza riguardo al percorso seguito fino ad oggi, dobbiamo rilevare che, dal sorgere dell’impegno alla sola approvazione del regolamento e della convenzione economica, sono trascorsi tre “marzi”. Il Difensore civico dovrebbe poter contare, secondo il progetto della CM, su una indennità di carica pari a € 25.000 annui (lordi?), di cui solo un 50% dovrebbero essere messi a disposizione fin da subito dai Comuni firmatari dell’accordo, mentre il restante 50% verrebbe assegnato a consuntivo su base percentuale dei procedimenti attivati a carico di ciascuna Amministrazione, secondo il principio “più sbagli, più paghi”. Non vogliamo peccare di facile spirito polemico, ma ci sia pur tuttavia consentita una riflessione: quali garanzie ha il nostro “povero” Difensore civico di veder ottemperato tale impegno, proprio da parte di quelle Amministrazioni contro le quali si è trovato più spesso a dover intervenire?
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