Caro direttore, Io amo molto l'Elba. L'ho scoperta qualche anno fa mentre, con la mia compagna, si andava "a sciambere" per la Toscana. Ancora oggi, non appena possiamo, veniamo a fare un giro nella vostra bella terra. Siamo turisti atipici, una volta finita la vacanza o il weekend, ci piace continuare a seguire le vicende elbane e per questo motivo da tempo leggiamo, grazie ad internet, il vostro giornale. Non mi piace fare i complimenti ma non posso non dirle che apprezzo la sincera passione e la professionalità con cui operate, e l'attenzione che ponete ai temi dell'ambiente e della moralità nella gestione della cosa pubblica. Cose d'altri tempi, verrebbe da dire. Ricordo l'occasione in cui ho scoperto il vostro giornale on-line. Eravamo stati per la prima volta a Portoferraio e siamo andati a zonzo per la cittadina. In quella occasione abbiamo notato alcune cose che ci lasciarono alquanto perplessi. Tra queste rammento la stravagante proliferazione di vasi e fioriere che occupavano tanto spazio e, soprattutto, mal si adattavano all'ambiente circostante. Devo ammettere, però, che alcuni di questi allegri sarcofagi erano efficacissimi sugli stinchi di noi poveri passanti. Da qui al curiosare in internet su quale amministrazione gestisse il Comune di Portoferraio il passo è stato breve, e così ho scoperto il vostro giornale e conociuto la fonte di quei "colpi di agenio" che tanto spesso siete costretti a riportare. Vengo subito al motivo della mia lettera. Ho seguito, da uomo di sinistra ed assolutamente distaccato dagli interessi locali, il tristissimo teatrino inscenato per la nomina del candidato sindaco dei DS a Portoferraio. Teatrino che lei, Direttore, ha sempre argutamente commentato e saputo rendere comprensibile ai non addetti ai lavori come me, altro che seghe mentali. Se non ci fosse da piangere ci sarebbe solo da ridere, a cominciare dalla designazione che precede l'assemblea che avrebbe dovuto individuare il candidato, per finire alla divertente dichiarazione che, comunque, si tratta di persone oneste e rispettabili. Io, da lontano, posso solo notare che le primarie hanno suscitato tanta paura, che di programmi si è parlato poco o niente, e che si sono sprecate, al contrario, argomentazioni bizantine degne di altri tempi e di altre parti politiche. Pochi giorni fa cadeva, pressochè dimenticato, l'ottantaduesimo anniversario della nascita di Pierpaolo Pasolini. Vorrei - con il suo permesso, Direttore - dedicare questa poesia di Pasolini a tutti i compagni che sono in qualche modo protagonisti di queste vicende. Ciò solo per suscitare, in tempi in cui si rivaluta Craxi e si dimentica Berlinguer, qualche riflessione sul ruolo della morale nella politica. Cordiali saluti e buon lavoro. Elio Rinaldi Alla bandiera Rossa di Pier Paolo Pasolini Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa, tu devi realmente esistere, perché lui esista: chi era coperto di croste è coperto di piaghe, il bracciante diventa mendicante, il napoletano calabrese, il calabrese africano, l'analfabeta una bufala o un cane. Chi conosce appena il tuo colore, bandiera rossa, sta per non conoscerti più, neanche coi sensi: tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie, ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli. La ringraziamo per le espressioni fin troppo lusinghiere per il nostro lavoro. Ci perdonerà se pur condividendo l'omaggio a Pasolini abbiamo commentato la sua bella lettera con la foto di una bandiera non solo rossa ma anche con gli altri colori dell'iride, una bandiera in cui possa riconoscersi la gente di buona volontà con cui, oggi più che mai, abbiamo bisogno di comunicare. La redazione
Bandiera pace s.Piero piccola