Si è svolto presso il liceo “Foresi” di Portoferraio un incontro sul tema: “Semi di Pace, convivenze pacifiche tra i popoli palestinese ed ebreo”. L’iniziativa – come ha ricordato Nunzio Marotti, docente promotore – è un momento del progetto di educazione alla pace, incentrato quest’anno sul diritto internazionale come via alla pace, realizzato in collaborazione con la diocesi di Massa Marittima e Piombino. Ma si collega ad altre iniziative a cui gli studenti hanno partecipato negli scorsi anni, come l’incontro su “religioni e pace” che vide coinvolti esponenti cristiani, ebrei ed islamici. Nella Biblioteca scolastica del “Foresi” si sono ritrovate tutte le classi terminali, tre dello Scientifico ed una del Classico. Ospiti della scuola, Kanaan Al Jamal, palestinese, e Esther Appel, israeliana. L’incontro si è rivelato utile per un approfondimento della complessa questione mediorientale, con particolare riferimento al conflitto arabo-israeliano, ma anche per presentare quelle piccole presenze di pace in un contesto di guerra. Si tratta di esperienze di convivenza pacifica tra appartenenti ai due popoli in guerra. Kanaan, palestinese, fa parte dell’associazione “Windows for peace – Finestre per la pace”. Una realtà di israeliani e palestinesi dei due lati della Linea Verde, che si propone di promuovere la conoscenza, comprensione e riconciliazione tra i due popoli, attraverso programmi educativi, mezzi di comunicazione e arte. “Noi siamo convinti – ha detto Kanaan – che per raggiungere una pace giusta e solida, e per far avanzare il processo di pace nella nostra regione, sia importante capire e interiorizzare i principi della democrazia e i diritti umani; approfondendo la conoscenza reciproca per affrontare insieme la storia e la realtà che noi, palestinesi ed ebrei, condividiamo”. Tra le altre cose, l’associazione pubblica l’unico giornale bilingue (ebraico e arabo), scritto da e per i bambini dei due popoli, in età tra i 10 e 14 anni. Esther, israeliana, ha presentato l’esperienza della “Open house – Casa aperta”, il centro di pace situato in Israele nella città di Ramle. Un luogo di incontro per arabi ed ebrei, dove ci si occupa soprattutto di educazione ed assistenza scolastica dei bambini. “Lo scopo di fondo di Open House – ha detto Esther - è di creare un centro aperto a tutta la comunità per la crescita dei ragazzi attraverso varie attività. Questo progetto ha riunito insieme una famiglia ebrea, una musulmana e una cristiana attorno ad una casa-simbolo”. La casa, infatti, fino al 1948 era abitata da una famiglia palestinese, costretta a lasciarla per la costituzione dello Stato d’Israele. Successivamente fu abitata da una famiglia israeliana. Dall’incontro dei due figli ventenni dell’una e dell’altra famiglia, è gradualmente nata l’idea di dare un contributo al dialogo fra i due popoli, costituendo appunto la Casa Aperta. Sia Kanaan che Esther – anche sollecitati dalle domande degli studenti – hanno evidenziato difficoltà e sofferenze dei due popoli, non mancando di far riferimento al muro in costruzione da parte degli israeliani. Gli studenti hanno avuto modo, così, di sentire dalla diretta voce di chi ci vive la drammatica situazione. Hanno compreso che di fronte alle difficoltà, legate a motivi di ordine storico, politico e culturale, è difficile intervenire, sia dall’interno che come comunità internazionale. Ma hanno anche capito che esistono forme di convivenza pacifica, che possono essere sostenute dall’esterno. “In questa situazione – ha concluso Marotti – più che muri di separazione occorrono ponti di dialogo, investendo sulla solidarietà, la collaborazione e la conoscenza culturale”. Gli argomenti emersi saranno oggetto successivamente di ulteriore approfondimento nelle singole classi.
pace studenti 24 marzo