Nonostante la giornata piovosa fino a poche ore prima della manifestazione, chi voleva dimostrare il suo dissenso nei confronti dello scempio paesaggistico del Puntale è sceso ugualmente, nel tardo pomeriggio di sabato 28 dicembre, nelle strade di Portoferraio, ed ha acceso le centinaia di fiaccole della pace. C’erano le bandiere gialle di Legambiente, con il cigno a sventolare sopra lo sdegno collettivo di un’isola, che stanno svendendo al peggior offerente. C’erano i cartelli di sberleffo con le caricature degli amministratori, un Signore delle Antenne particolarmente somigliante al Vicesindaco, e una versione locale di E.T, tramutatasi in A.G., corredata di fumetto: “ .” E ancora lo striscione in testa al corteo con “meno emissioni, più dimissioni”, tamburi, sirene e fischietti d’accompagnamento. Erano in quattrocento, trecento per la Questura, tanta varia umanità e non solo, considerando anche gli ospiti dell’ex-canile al guinzaglio dei loro padroni. Giovanissimi, genitori, signore a loro agio tra i tamburi dei no-global, e amministratori con le fiaccole, per le vie di un Paese che si sta risvegliando di fronte all’ingiustizia patita. Sono venuti anche dagli altri Comuni elbani a manifestare solidarietà ad una parte di Isola che è di tutti, per riprendersi la parte che spetta anche a loro del Puntale, e per esigere che la nostra aria di mare non sia avvelenata dall’inquinamento invisibile. Il corteo è sfilato lungo la Via Manganaro, la Via Carducci, raccogliendo le persone che sostavano sui marciapiedi, ha attraversato la Calata ed è arrivato sotto il Palazzo del Comune. Sul terrazzino guarnito di fiaccole e striscioni, sono intervenuti i consiglieri di minoranza e gli altri promotori della manifestazione che hanno ribadito il loro impegno al fine di sollecitare una sospensione e una verifica dei lavori, spingendosi anche a chiedere un ripristino totale dell’antica piazzola del Parco. Il Presidente del Consiglio provinciale Nunzio Marotti ha così commentato alla fine del corteo: “Rinnovo la contrarietà alla scelta del sito su cui installare le antenne. Ritengo, anche alla luce di quanto ha dichiarato il Sindaco Ageno, che il Comune debba rivedere i termini della concessione” L’Assessore provinciale all’agricoltura Franco Franchini ha dichiarato: “ Ho avvertito tanta voglia di partecipare da parte dei cittadini. La Provincia ha ascoltato con molta attenzione il disagio manifestato. Non vogliamo, come Provincia, essere i gendarmi dei Comuni, tuttavia esprimiamo perplessità per la scelta inadeguata vista la particolare bellezza del luogo. Auspichiamo – prosegue Franchini – un ripensamento da parte del Comune e offriamo la collaborazione per individuare soluzioni più adatte, sempre ammesso che ci sia la reale necessità di dotare il territorio di attrezzature di quel calibro. Anche perché di fronte all’incertezza sugli effetti nocivi deve prevalere il criterio della massima garanzia.” Per quanto riguarda le responsabilità della Provincia Franchini ribadisce che: “ le competenze della Provincia si limitavano ai pareri ed alle autorizzazioni relative all’impatto idrogeologico ed all’osservanza delle norme del codice della strada.”
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