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Controcopertina: Così parlò Pina del su’ Capobianco che vedeva dal Puntale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 28 dicembre 2002

Non è salita fin sul piano della terrazzina che fa da ingresso al palazzo della Biscotteria, da dove avevano parlato gli altri, ha preso il microfono sul penultimo gradino restando defilata rispetto agli organizzatori, ma ha pronunciato frasi che hanno ridimensionato quelle pur sensate e sacrosante fino ad allora pronunciate. E poi le ragioni della sua indignazione, condensate in brevi frasi che trapassavano la pelle di chi l’ascoltava e la signora ha ripreso fiato. “So’ nata ai Prunini e di lì ci passavo tutti i giorni, andavo a prende’ il latte dalla mi’ zia all’Acquaviva con la bicicletta, e quando arrivavo lì in cima, senza fiato per la salita mi fermavo sempre a guardare, era sempre uno spettacolo, e ho sempre continuato a fermarmici. Portavo qualcosa a quei quattro gattini che stavano lì .. vedevo il mi’ Capo Bianco. Poi l’altro giorno ho visto questi cosi che sembrano i soffioni del Monte Amiata, mi so’ detta che questa non era più la mi’ zona, no. Ma hanno capito questi com’era bello quel pezzettino d’Isola che ora non c’è più?” Si, forse a questo punto lo hanno capito, ma lo hanno capito troppo tardi, lo hanno capito dopo aver maciullato il Puntale, lo hanno capito dall’incazzatura diffusa questi tracotanti amministratori, questi sapienti tecnici del piffero, questi controllori “in sonno”, che hanno dimostrato di non essere all’altezza dei cittadini, che hanno dimostrato di non disporre della scienza e soprattutto della coscienza di Pina. Loro probabilmente al Puntale non ci si non mai fermati davvero, non hanno avuto tempo, presi com’erano dai corsi degli onori, dalle carriere, dagli interessi di sedersi, come faceva Pina davanti ad un panorama di commovente bellezza fino a calarcisi e farne parte. Se lo avessero fatto non sarebbe passato loro neanche per l’anticamera del cervello di portare a compimento lo scempio, avrebbero imparato a rispettare quell’equilibrio che hanno turbato temiamo per sempre. E ci domandiamo come dev’essere in fondo triste e squallida la vita degli accumulatori di riconoscimenti sociali, di potere e soldi che messi tutti insieme, non valgono certo Pina, che per una vita si è fermata al Puntale davanti al su’ CapoBianco.


Pina Colli

Pina Colli

ornella casnati legambiente

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