Pino Lucchesi: Miniere al Coni, Bosi minimizza troppo
Scritto da : Elena MaestriniPubblicato in data : venerdì, 05 marzo 2004
Spero di non uscire dal terreno delle cose consentite (già sono nel mirino di autorevolissimi esponenti istituzionali per alcuni miei atteggiamenti non del tutto ortodossi, ma mi rifiuto di portare il cervello all’ammasso) se dichiaro amichevolmente di non essere d’accordo con la interpretazione che il peraltro ottimo Senatore Francesco Bosi dà del discusso Decreto che passa nella disponibilità del Coni il Compendio minerario dell’Isola d’Elba. Capisco la tendenza a minimizzare, anche per un dovere di solidarietà di Governo, ma nel caso si tratta di una vera e propria cessione patrimoniale ed è assolutamente chiaro che –se pure con i vincoli richiamati da Bosi- il Coni potrà disporre liberamente dei beni, ovviamente anche attraverso l’alienazione degli stessi. Penso con preoccupazione, ad esempio, in questo Paese dai ricorrenti condoni, all’ingente patrimonio edilizio compreso nel compendio, il cui utilizzo certo dovrà essere in sintonia gli strumenti urbanistici e gli indirizzi dei Comuni,ma magari poi emergono formule di adattamento che non sono sconosciute alla nostra storia… E sono anche preoccupato che sia stato individuato un Ente –come il Coni- che ha urgente bisogno di far cassa. Quello che è certo che nell’occasione il “creativo” Ministro Tremonti non ci ha fatto un bel regalo e che è necessario correggere questa partita, senza remore di schieramento o di appartenenza. Mi dispiace molto che la vicenda, per responsabilità varie, abbia acquisito una forte tinta di scontro politico e ritengo che sarebbe buona cosa cambiare registro per farne una battaglia unitaria,abbassare il tono e cercare soluzioni migliorative in maniera, come si dice, “bipartisan”,con una forte iniziativa della Regione e degli Enti territoriali, tutti assieme. Questo perché appare chiaro che siamo di fronte, rispetto agli impegni precedenti, ad un reale indebolimento delle capacità decisionali del Territorio, ad ipotesi abbastanza evidenti di potenzialità speculative, a pericoli di ulteriori manomissioni dell’ecosistema.
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