Dalla grande “telenovela” che quotidianamente ci viene propinata dal Governo è veramente faticoso cercare almeno di imparare qualcosa; pur tuttavia, nell’estremo tentativo di convincersi che non tutti i mali vengono per nuocere, credo ormai che tutti abbiano chiara l’importanza della comunicazione. L’articolo di Roberto Peria, comparso su Elbareport del 22 Gennaio u.s., è un brillante esercizio di comunicazione ma contemporaneamente una, mi auguro inconsapevole, operazione di marketing elettorale, come evidenzia la recente candidatura ufficiale. Ho usato questo aggettivo con la speranza che Roberto, che peraltro non ho il piacere di conoscere bene, ma che amici comuni mi descrivono come persona veramente “super partes”, involontariamente abbia costruito qualcosa di assimilabile a ciò che nelle Aziende organizzate, quando ci si accinge a lanciare un prodotto, va comunemente sotto il nome di PIANO MARKETING. Nel dimostrare il perché mi permetterò alcuni suggerimenti che, chiarisco subito, vanno semplicemente interpretati come un modesto contributo al raggiungimento di un obiettivo molto difficile da raggiungere : adattare alla politica qualche metodologia utilizzata nel business. Il mio quindi è solo un tentativo, spero virtuoso, di dimostrare che se un progetto, anche politico, viene affrontato con la giusta motivazione ed in più con metodo ha sicuramente alte probabilità di successo, senz’altro maggiori di altre iniziative improvvisate. Anzitutto LA STRATEGIA (la cosiddetta MISSION). Deve essere enunciata subito, molto stringata, di facile comprensione, ma non deve essere uno slogan. Quindi va benissimo l’impostazione dei tre punti (uniti, credibili, innovativi) e la successiva spiegazione di come si fa ad esserlo con la ripresa della tecnica del tre che rende scorrevole la lettura e contemporaneamente aiuta a schematizzare l’esposizione. Immediatamente dopo la strategia viene il POSIZIONAMENTO : cioè bisogna fare un’analisi approfondita di dove siamo, come veniamo percepiti, chi sono i nostri competitori; da questa indagine che deve essere fatta nel modo più obiettivo ed imparziale possibile, scaturiscono 4 cose: - i nostri punti di forza - i nostri punti di debolezza (punti forti del nostro avversario?) - le opportunità - le minacce Tutto questo, sintetizzato sempre con la tecnica del tre, diventa il “manifesto” della nostra azione, la base su cui andremo ad implementare il PIANO DI AZIONE. Nell’articolo questi concetti sono presenti ma non sono sistematizzati: d’altra parte ,come abbiamo già detto, il documento non voleva rappresentare un palinsesto già definito ma solo una linea programmatica che indicasse una via. Sarà importante che ciò venga fatto però nel momento in cui la coalizione di centro-sinistra troverà una base di accordo sul progetto. Stabilito infatti il contesto competitivo e chiarito qual è il servizio-prodotto che vogliamo veicolare (sul prezzo in politica sarebbe necessario aprire una sessione “ad-hoc”, quindi soprassediamo) le possibilità di successo della nostra iniziativa sono affidate alla nostra capacità di COMUNICARE e soprattutto alla consistenza del Piano di Azione che deve essere costituito da una serie di azioni elementari, chiamiamoli elementi atomici, per ciascuno dei quali deve essere individuato un responsabile, una modalità di effettuazione, un tempo entro il quale l'azione viene portata a termine. Il tutto sotto l’attenta regia del Team Leader. E qui viene il bello! Qui si staranno “sbellicando” tutti coloro che, forti della sprezzante supponenza del politico di oggi, hanno affrontato la lettura di queste righe sorridendo compassionevolmente. E’ una questione di sensibilità civica e anche di cultura. Suggerisco a Roberto, che spero di conoscere meglio al più presto, di completare la costruzione del suo eccellente piano marketing; di guardare, mi sia consentito, più a Catalina (non solo perché è mia mezza cugina!) che in quei valori crede fermamente e meno a Bobbio che la sinistra ha sempre innescato solo perché trovasse delle valide giustificazioni ai propri errori storici. Suggerisco a Roberto di essere molto concreto, di proporsi con un progetto chiaro che faccia intravedere obiettivi perimetrabili, con un team che lo condivida in pieno, di non fare promesse, di accettare compromessi che comunque portino dei vantaggi alla comunità e non ai singoli.
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