Fitoterapia significa curarsi con le piante medicinali e una pianta medicinale è, secondo la definizione dell’ l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), “ogni vegetale che contiene, in uno o più dei suoi organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o che sono i precursori di emisintesi chemiofarmaceutiche”. Le piante medicinali, come ogni medicinale, non devono essere utilizzate alla leggera. Per questa ragione, prima di continuare a parlare delle piante che possiamo comunemente trovare all’Elba, vorrei sottolineare il fatto che, per utilizzare piante o parti di piante medicinali, è necessario ricordare alcune semplici regole, tra le quali l'osservanza di alcune precauzioni d’uso e soprattutto il rispetto delle dosi, che per alcune essenze è fondamentale, perché alcuni principi attivi, che in piccole dosi hanno funzioni stimolanti o sedative, in dosi maggiori possono anche essere velenosi. Inoltre se desiderate curarvi con la fitoterapia e non siete esperti nella raccolta delle piante, o nel loro utilizzo, è meglio rivolgervi a un’erboristeria seria piuttosto che fare esperimenti. Non si deve credere che, visto che sono “solo” piante e non medicine, non ci siano precauzioni da prendere. Alcune piante non hanno praticamente controindicazioni, altre invece possono interagire con i medicinali, altre ancora contengono principi attivi potenzialmente tossici (ad es. alcaloidi) che possono, a dosi errate, trasformarsi in veleno, come del resto anche una pianta conservata male o raccolta in un luogo inquinato. Se utilizzate le piante nella preparazione di ricette per la tavola abbiate l’accortezza di coglierle sempre in luoghi sicuri, lontano dalle strade e dai campi coltivati industrialmente che potrebbero essere inquinati da pesticidi, diserbanti o concimi chimici. GLOSSARIO TISANA: è una bevanda nella quale il principio agente è sciolto e in piccola quantità. Può essere preparata in acqua fredda (macerazione) o in acqua calda (infusione, decozione). INFUSIONE: si prepara gettando acqua bollente su una certa dose della sostanza vegetale (foglie, fiori, radici o altre parti di pianta) e si lascia riposare. Il tempo di infusione varia di pianta in pianta, breve per una pianta delicata (ad es. la menta), più lungo per una pianta coriacea (ad es. la bardana). Per alcune piante molto delicate si utilizza acqua tiepida. Poi si filtra e si spreme il residuo per raccogliere l'acqua arricchita dai principi attivi delle erbe. Infuso e tisana si devono caldi o tiepidi, mai freddi e si possono dolcificare con miele. DECOTTO: si prepara mettendo una certa quantità di pianta, corteccia, radice, semi, foglie e steli, in acqua fredda, tiepida o in ebollizione secondo i casi, oppure vino, latte o aceto e facendo bollire per qualche minuto. Anche in questo caso il tempo varia a seconda della pianta. E’ il metodo più indicato per le piante più coriacee. Per via interna si beve tiepido o freddo e si può dolcificare con miele. Per uso esterno si usano infusi e decotti con: · compresse e pezze applicate per far maturare ascessi, curare infezioni della pelle, decongestionare e alleviare il dolore; · bagni e semicupi per tonificare e rilassare l’organismo; · pediluvi, lavande vaginali, clisteri; · suffumigi e inalazioni con il vapore del decotto o con il vapore di acqua bollente in cui si versa olio essenziale; · gargarismi e sciacqui; · lozioni per massaggi lunghi delle malattie della pelle e del cuoio capelluto. MACERAZIONE: si prepara lasciando riposare da una settimana a quindici giorni le parti attive di una pianta in un liquido: 1. nel vino, macerazione di piante secche o fresche; 2. nell’olio (oleolito), si riempie la metà di un barattolo o di una bottiglia con la pianta (fresca o secca) sminuzzata finemente e poi di olio di oliva quasi fino all’orlo. Si tappa il contenitore e lo si mantiene al caldo e al riparo dalla luce (salvo diverse indicazioni, come per l’iperico che va tenuto esposto alla luce e al calore del sole), si agita il contenitore tutti i giorni una volta al giorno e dopo tre settimane/un mese l’oleolito è pronto. Si filtra allora con un panno di tela sottile e si conserva in una bottiglia, meglio se di vetro scuro. Per via interna si usa in gocce; per via esterna per frizioni e massaggi. 3. nell’acqua (macerazione acquosa), si fa bollire l’acqua e si fa raffreddare. Si mette poi la pianta nel recipiente coprendo il tutto con un telo. Si fa riposare non più di otto ore, altrimenti si sviluppano batteri, quindi si filtra attraverso un panno di tela fine. Per via interna si beve una tazzina il numero di volte necessario. Per uso esterno si usa per le affezioni della pelle applicandola direttamente con delle pezze. SUCCO: si ottiene dalla pianta fresca, possibilmente appena colta; si schiaccia con cura in un mortaio di pietra o porcellana o si centrifuga e si spreme il succo in un recipiente attraverso una tela fine. Per via interna si beve il succo fresco, a dose di un cucchiaino, o si mescola a latte, miele o marmellata. Per uso esterno si utilizza in impacchi, compresse, ecc. applicandola sulla parte da trattare. TINTURA ALCOLICA (ALCOLITO): si ottiene facendo sciogliere i principi attivi della pianta nell’alcool a 90° o in grappa a 45-50°. Si sminuzza la pianta in una bottiglia e si riempie nella proporzione di 1 parte di pianta per 3 parti di alcool. Si tappa quindi la bottiglia e si lascia riposare per alcuni giorni in un luogo riparato dalla luce. Si agita tutti i giorni una volta al giorno. Se si desidera una tintura più diluita si aggiunge dell’acqua bollita fredda. Alla fine si filtra passando il liquido in una tela fine e si conserva in una bottiglia di vetro scuro. Per uso interno si prende in gocce diluite in un po’ d’acqua. Per uso esterno si può usare diluita o pura sulle parti affette frizionando a seconda delle infezioni da trattare. Attenzione: si tratta di una preparazione che esige precauzioni particolari, dato che i principi attivi della pianta risultano essere molto concentrati. E’ dunque consigliabile utilizzare soltanto erbe prive di tossicità e limitarsi all’uso esterno, in caso di mancanza di indicazioni specifiche. Con grappa e alcol si possono preparare inoltre liquori d’erbe e grappe medicinali. POLVERE: si ottiene dalla pianta completamente essiccata e pestata per essere ridotta in polvere. Per uso interno viene presa a cucchiaini, mescolata al miele. Come nella tintura i principi sono altamente concentrati e vanno dunque osservate scrupolosamente le dosi. SCIROPPO: si prepara sciogliendo un 60% di zucchero con 40% acqua bollita e si lascia raffreddare. Poi si riscalda a fuoco lento fino a che lo zucchero risulti ben sciolto e la soluzione appare trasparente. Si ritira dal fuoco e si filtra. A questo sciroppo semplice si aggiunge un infuso, un decotto, una tintura, l’olio essenziale o il succo di una pianta medicinale. Si conserva 10 giorni al massimo. Per uso interno viene preso a cucchiaiate a seconda della pianta e del disturbo da trattare. OLIO ESSENZIALE: è il principio aromatico contenuto nei vegetali, che si ricava mediante distillazione. Per gli oli essenziali destinati all'uso terapeutico (aromaterapia) la farmacopea ammette due soli procedimenti di estrazione: la distillazione in corrente di vapore (la materia vegetale distillata cede al vapore le sostanze volatili che, dopo la refrigerazione, si separano sotto forma di goccioline di olio essenziale); l'estrazione per spremitura o pressatura (tecnica in genere adottata per ottenere gli oli essenziali ottenuti nella scorza degli agrumi). L’organismo può assumere un olio essenziale: · oralmente, rispettando scrupolosamente le dosi prescritte, diluito in alcol puro, su una zolletta di zucchero, un cucchiaino di miele o in poca acqua tiepida o tisana; può essere mescolato al cibo (ad es. l’olio di rosmarino) diluito in un liquido alcolico (ad es.vino o grappa) o oleoso (ad es. panna, olio, yogurt) · per osmoterapia: fumigazioni, inalazioni, aerosol · mediante gargarismi, irrigazioni ed enteroclismi. L’olio essenziale può essere aggiunto a un olio o grasso vegetale nella preparazione di balsami, unguenti, pomate e creme per massaggi, frizioni, oli per la pelle, creme, maschere e shampoo; all’acqua nella preparazione di bagni aromatici, semicupi, idromassaggio, impacchi e compresse, tonici per la pelle o per aromatizzare l’ambiente. Personalmente per estrarre i principi curativi della pianta utilizzo una pentola in acciaio inox, munita di un coperchio con il tappo a vite e procedo in questo modo: svito il tappo del coperchio lasciando soltanto la vite, nella pentola metto la pianta tagliata a pezzi senza nessuna aggiunta di acqua. Nel centro della pentola metto un contenitore in acciaio e poi copro la pentola con il coperchio rovesciato, facendo attenzione che il contenitore vuoto sia esattamente sotto alla vite. La pentola deve essere perfettamente ermetica. Riempio il coperchio di acqua fredda e accendo il fuoco molto basso. Il calore fa evaporare i liquidi contenuti nella pianta che si depositano sul coperchio pieno di acqua fredda, si condensano e ricadono lungo la vite dentro il contenitore vuoto. Alla fine del procedimento la pianta risulta perfettamente essiccata e nel contenitore centrale viene raccolta una miscela di acqua (l'idrolito che contiene sempre piccole quantità di essenza disciolta) e olio essenziale. OLIO VEGETALE: si ottiene per estrazione dal seme o dal frutto oleoso dalla prima spremitura a freddo. Viene filtrato e conservato in bottiglia al riparo dalla luce, dall’umidità e dal calore. Gli oli vegetali sono utilizzati puri o mescolati a olio essenziale. INSALATE E VERDURE: alcune piante medicinali si consumano crude in forma d’insalata o cotta come verdure come cura depurante e rinfrescante. Soprattutto le piante depurative primaverili come foglie di Tarassaco, Cicoria, ecc. POMATA, UNGUENTO: si scioglie la vaselina a bagnomaria, mettendola in un contenitore che galleggia nell’acqua che bolle in un altro contenitore. In un recipiente a parte si mette la pianta fresca o secca, le erbe o i succhi di erbe, con un poco di olio di oliva e si fa bollire da 5 minuti a 1 ora, a fuoco lento, a seconda della pianta. Si ritira dal fuoco e si filtra la pianta cotta nell’olio in una tela fine. A questo preparato si aggiunge la vaselina liquefatta e si mescola bene con cucchiaio di legno. Si versa poi in un recipiente a bocca larga e si fa raffreddare. Per conservarla meglio si aggiunge prima di tappare, alcune gocce di limone o di olio essenziale al limone. Per uso esterno si utilizza spalmata con leggere frizioni su ferite, piaghe e per problemi della pelle. Vi sono inoltre altre preparazioni per uso esterno come: CATAPLASMA: la pianta può essere applicata direttamente sulla parte da trattare e mantenuta in contatto pochi minuti con l’aiuto di un panno, se si tratta di una pianta blanda (come ad es. le foglie di cavolo) oppure si applica frapponendo tra pelle e pianta uno strato di tessuto o mescolando farina, polvere di erba, più latte o aceto per ottenere una pasta da spalmare fredda o calda su un pezzo di tela da applicare sulla parte malata, se si tratta di una pianta irritante o acida, che rischia di provocare infiammazioni e arrossamenti (come ad es. la senape). Non applicare mai un cataplasma troppo caldo, sopra ai 50° la pianta rischia di perdere il suo potere terapeutico. Si usa per ferite, contusioni, piaghe, infiammazioni e dolori reumatici. LOZIONE (preparato – infuso, decotto o altro - applicato mediante un massaggio.) FRIZIONE (preparato applicato mediante un massaggio fatto con movimenti energici e rapidi). IMPACCO (strato di tessuto, come l’ovatta, imbevuto del preparato e applicato sulla parte da curare). COLLIRIO (preparato con piante a azione molto blanda, tipo camomilla, fiordaliso, calendula, ecc.). GARGARISMI (preparato da utilizzare caldo o molto caldo per igiene orale, disturbi della bocca e della gola). ENTEROCLISMA e IRRIGAZIONE VAGINALE (preparato a bassa concentrazione, come infuso o decotto, a temperatura di circa 37°). BAGNO (per le mani, pediluvio, semicupio o bagno totale. La pianta viene aggiunta nell’acqua nelle dosi prescritte).