Cari sudditi elboniani (o elbanari, non ricordo bene), ho appena ricevuto la telefonata di Bruno Paternò, che mi chiedeva lumi sulla vicenda delle vostre miniere. Dopo aver perso mezzora per spiegare a Gasparri che non mi sono messo a vendere lampadine, passo a tranquillizzarvi. Innanzitutto consentitemi di dire che amo molto la vostra isola al largo delle coste umbre. Non l’ho mai frequentata tanto, perché c’era una scuola della guardia di finanza, e io non sono mai andato d’accordo con i finanzieri. A proposito, come sta il vostro sindaco Tullio Solenghi? Veniamo alla faccenda che vi sta a cuore. Conosco benissimo la storia delle vostre miniere di alluminio. Ho letto da Plinio il vecchio (o era Giuliano Ferrara? Vabbe’, tanto è uguale) che un giorno smisero di produrre alluminio grezzo per iniziare con quello già laminato, che tanto famoso è nella storia: lo usarono gli aztechi per costruire il celebre cavallo dell’assedio di Troia. Sgombriamo il campo dagli equivoci. Non è vero che volevamo vendervi un pezzo di storia: volevamo vendervi del tutto. Avevamo fatto a Chirac un’offerta che non poteva rifiutare: smerciare l’isola in blocco alla Francia. Pensate, sarebbe stato un ritorno all’antico: voi un’altra volta francesi, e noi con le casse del Coni risanate. Ma quel bolscevico transalpino non ti va a rifiutare! Così ci tocca vendervi a pezzi. Oggi le miniere, domani chissà. Ma, tranquillizzatevi, il nostro commissario sul posto Francesco Bosi vigilerà perché tutto si svolga nel migliore dei modi. Anzi, ho giusto ricevuto una lettera del senatore su alcune condizioni da apporre sul contratto di cessione. Ho letto le prime due righe e mi sono addormentato. Così ho chiesto un riassunto al suo diretto superiore Martino, ma questi mi ha risposto che senza un ordine di un ufficiale del Pentagono col cavolo che prende una decisione autonoma. Così sono dovuto ricorrere a Tremonti. Il ministro dell’economia mi ha anche annotato qualche appunto, che qui vado a riportare. Per quanto riguarda il primo punto “assolutamente irrinunciabile”, gli sembra troppo macchinoso il passaggio dal demanio al Coni e quindi al parco minerario. Giulio ritiene meglio semplificarlo: si potrebbe passare le miniere dal demanio al Coni, quindi rimpallarle all’Ilva, dribblare la Montepaschi, convergerle alla Milan spa, verticalizzarle ai mafiosi russi, e stare attenti a non cadere nel fuorigioco di Bankitalia (e qui è necessario giocare a due punte, aggiungo io), poi spezzettarle tra le banche, per creare tante piccole holding con conti in paradisi fiscali, quindi fare una bella OPA per riunirle di nuovo insieme, e infine fare una liquidazione sotto il controllo del parco minerario. In pratica non cambierebbe un cazzo, ma vuoi mettere l’ebbrezza della finanza creativa? Ah dimenticavo, nel frattempo si dovrà esautorare la vecchia dirigenza del Parco minerario, e creare la Parco minerario spa, con consiglio di amministrazione composto da persone fidate e specializzate nel campo speculazioni, mazzette e affini: prefetti profittevoli, costruttori spregiudicati e magistrati sbarazzini. E non vi preoccupate se le toghe rosse livornesi ci mettono le mani: vi spedisco Previti. Sul secondo punto non c’è niente da eccepire: è ovvio che le spese di manutenzione e di guardianìa saranno a carico dei privati. Eccheccribbio, ci dobbiamo accollare tutto noi, forse? I proprietari dei lotti avranno una loro vigilanza interna che terrà alla larga quanti cercheranno di entrare nelle loro legittime proprietà con le scuse più banali. Così avranno facoltà di prendere a calci in culo gli studenti e i ricercatori provenienti dalle università di Tirana o Bucarest o altrove, che con la scusa di venire a studiare la cristallografia all’Elba, lo sappiamo tutti che la fanno in barba alla Bossi-Fini e spacciano la droga in casa nostra e fanno prostituire le loro donne. Per ciò che riguarda il terzo punto, si è addormentato pure Tremonti, e così ho lasciato perdere. Concludendo, cari sudditi elbanari (o elboniani, non ricordo bene), non dovete temere tutto quell’allarmismo terroristico-girotondino-comunista. E’ senz’altro un eurocomplotto ordito da Prodi, con cui mi dicono voi avete strane intelligenze.Infatti mi hanno riferito i miei amici Toni e Giorg Dabliù, che i loro servizi segreti hanno notato il suddetto leader stalinista venire sovente sulla vostra isola. E’ anzi probabile che egli abbia intenzione, con Kofi Annan e altri compari, di creare dalle vostre parti una cellula fiancheggiatrice di al Quaeda. Ma non temete, miei adorati sudditi: una volta scoperta, cercheremo di venderci pure quella. Vostro (ivato al 4%) Silvio Berlusconi