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Controcopertina: Questioni di club

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 27 febbraio 2004

Da qualche tempo il Tirreno sta "pepando" le sue cronache isolane con una nuova rubrica "indiscreto" che ci fornisce notizie non troppo "abbottonate" che diventano ottimi spunti di lavoro. Nel numero in edicola venerdì 27 febbraio si ragiona di una sorta di "pregiudiziale interna" esplicitata dai dirigenti della federazione diessina piombinese in un incontro con Rifondazione Comunista a cui erano presenti i candidati sindaci dell'area ma non il portoferraiese Franco Scelza. Insomma se quanto affermato dal più popolare giornale dei nostri paesi ha fondamento, e non vediamo come ciò non possa essere, la preoccupazione maggiore del gruppo dirigente DS non sarebbe tanto quella di vedere un suo candidato come primo cittadino, quanto quella di impedire che altri candidino Danilo Alessi (diessino ma di sinistra, quindi di parte avversa) poichè se la candidatura di Alessi trovasse ampio e dichiarato consenso fuori delle mura di Piazza della Repubblica, il gruppo dirigente dei DS subirebbe un non sopportabile smacco. I dirigenti "riformisti" diessini hanno capito che il loro spostamento verso il centro dà spazio per una aggregazione di consenso a sinistra, che probabilmente coprirà una vasta area elettorale e produrrà un candidato più vicino al sentire della sinistra interna diessina di quanto lo sia Scelza, e comunque rischiano di rimanere schiacciati almeno a livello d'immagine tra i due blocchi, ma se la proposta del blocco di sinistra corrispondesse addirittura ad un iscritto ai DS "non normalizzato" sarebbero posti di fronte al più tangibile dei fallimenti politici: il loro. Ed il loro essere pronti ad accettare più o meno tutto fuorchè il tabù dei tabù, suona perfino comico tradotto in spiccioli. "Scegliete chi vi pare purché non sia uno di noi, che non sia Scelza" dicono in pratica, sapendo benissimo che a sinistra Scelza non prenderà mezza indicazione, sia per i suoi intendimenti molto moderati, che per la delicatissima posizione in cui si verrebbe a trovare un amministratore comunale che fosse contemporaneamente dirigente di una grande azienda interessata da una valanga di atti pianificatori e decisionali del Comune. Un comportamento autolesionista, apparentemente, ma dietro il quale c'è un ragionamento di prospettiva. I riformisti hanno sviluppato una loro identità (non a caso si sono dotati di una sorta di organo ufficiale che si contrappone all'Unità) e inseguono un disegno all'interno del quale per la sinistra interna non c'è posto, e stanno ragionando come se fossimo già oltre le europee e le amministrative, quando forzeranno la mano verso la scissione che si sostanzierà. Non possono consentirsi il lusso di lasciare cariche di rilievo a chi non è del club.


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