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Bosi: “ex-miniere: tre condizioni irrinunciabili. Il resto è un polverone girotondino”

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 27 febbraio 2004

Sulla vicenda del conferimento alla CONI Servizi S.P.A. di alcuni beni di proprietà demaniale facenti parte del Compendio minerario elbano, il Senatore Bosi, Sindaco di Rio Marina e Sottosegretario alla Difesa, ha dichiarato: “Ho la sensazione che intorno alla vicenda delle aree ex-minerarie, come spesso purtroppo accade all’Elba, si stia levando un polverone inutile e dannoso, che rischia confondere le idee, facendo perdere di vista la realtà dei fatti, e i veri interessi dell’Isola e dei suoi abitanti. Considero scorretto -intanto- usare il termine svendita, dal momento che svendere significa cedere a basso prezzo, mentre il trasferimento per patrimonializzare la CONI S.P.A. avverrebbe sulla base di un’ipervalutazione di quei beni. Così pure ritengo assolutamente infondate le supposizioni che paventano presunte speculazioni edilizie e altri scenari fantasiosi, dal momento che il Compendio è quasi interamente compreso nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano, e questo in pratica preclude ogni edificabilità, e d’altra parte l’uso dei volumi esistenti è consentito solo parzialmente dagli strumenti urbanistici vigenti. Non capisco inoltre le iniziative sovraeccitate del Sindaco di Rio Nell’Elba, Comune che peraltro non comprende nel suo territorio - se non molto marginalmente- aree ex-minerarie, tant’è vero che non fa parte della Società del Parco Minerario. Forse questa agitazione si spiega con la campagna elettorale in corso al Comune. Comunque non è con gli slogan e le parole d’ordine che si risolvono i problemi, e si governa. Lo sanno bene i riesi, che solo ora -dopo oltre venti anni di immobilismo- hanno finalmente visto realizzati degli interventi importanti, quelli per il ripristino e la messa in sicurezza delle aree per cui era stato dichiarato lo stato d’emergenza. Lavori per circa 17 miliardi di lire, che proprio in questi giorni stanno ripartendo col secondo stralcio. Per affrontare le questioni serie ho chiesto un incontro con le rappresentanze del Ministero dell’Economia, del CONI, e del Ministero dell’Ambiente. L’incontro si terrà nei prossimi giorni, e sarà occasione per chiedere ai miei interlocutori precise garanzie su tre condizioni, che considero assolutamente irrinunciabili: 1. Le aree d’interesse mineralogico perimetrate nel Parco Minerario devono essere consegnate alla Società del Parco Minerario -cosa che il Demanio non ha ancora fatto- affinché questo possa finalmente disporne, gestendole proficuamente e facendo finalmente decollare la sua attività di valorizzazione del patrimonio legato alle ex miniere, a fini culturali, scientifici e turistici. 2. Deve essere garantito -a carico della proprietà- il mantenimento dell’impegno finanziario per la guardianìa e la manutenzione delle aree del Compendio, attività già affidate al Parco Nazionale Arcipelago Toscano, e da questo ai tre comuni minerari: Rio Marina, Capoliveri e Porto Azzurro. 3. Devono essere rispettati gli impegni che il Ministero dell’Economia ha assunto con il Comune di Rio Marina con la sottoscrizione nell’agosto scorso dell’intesa per la valorizzazione di Vigneria, mediante l’applicazione della Legge 410. Questi tre obiettivi sono fondamentali per la salvaguardia di un bene che appartiene ai tre comuni minerari, e risultano determinanti per la loro economia, per la difesa dell’occupazione e per il rilancio del loro sviluppo. Nel caso in cui non fossero rispettate queste condizioni non avrò esitazione a manifestare la mia contrarietà per l’intera operazione, a nome anche degli altri due Sindaci dei Comuni minerari e -ritengo- dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Tutto il resto è un inutile polverone di polemiche che mi appassionano ben poco.


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