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Cinghiali: Chi ha informato (male) il Sottosegretario Tortoli?

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 24 febbraio 2004

La questione dell’eccessiva proliferazione dei cinghiali all’Isola d’Elba è stato oggetto alla Camera dei Deputati di una recente interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. In risposta all’On. Domenico Di Virgilio (F.I.), il Sottosegretario di Stato per l’Ambiente e la Tutela del Territorio On. Roberto Tortoli ha dichiarato che “…Risulta, pertanto, che l’Ente, nelle diverse campagne di prelievo, abbia utilizzato tecniche differenti dagli abbattimenti mediante braccata tradizionale, peraltro mai utilizzata e non prevista dall’INFS e, più volte, oggetto di parere sfavorevole da parte della direzione competente del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio…”. Tale affermazione è sicuramente importante perché conferma solennemente in un’aula parlamentare la contrarietà del Sottosegretario, del Ministro e del Governo all’utilizzo della braccata dentro i Parchi Nazionali, ma purtroppo risulta priva di fondamento, perché, come risulta a tutti gli elbani, è dal 1997 che l’Ente Parco, infischiandosene dei pareri sfavorevoli di INFS (Istituto Nazionale della Fauna Selvatica) e della Direzione competente del Ministero dell’Ambiente, autorizza sistematicamente abbattimenti effettuati con la tecnica della braccata. Forse il Sottosegretario Tortoli non è stato informato che fino a pochi settimane fa più di 350 cacciatori, provenienti da tutto il territorio nazionale hanno partecipato a numerose braccate realizzate nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano - ma seguendo il calendario venatorio (novembre 2003 – gennaio 2004) - senza i vincoli di un preciso piano di prelievo, sconfinando spesso in aree esterne al Parco in giornate di silenzio venatorio ed in vicinanza di abitazioni e strade, senza limiti di cani a seguito e senza controllo diretto e di verifica dei capi abbattuti da parte del Corpo Forestale dello Stato. E’ bene ribadire che la braccata, oltre ad essere una tecnica di caccia rigidamente esclusa dal Ministero dell’Ambiente, a causa dei gravi danni che arreca alla piccola fauna ed alla flora, all’Isola d’Elba è risultata, dopo molti anni di “sperimentazione”, del tutto inefficiente; infatti, non sono mai state raggiunte le quote previste (ad esempio nella stagione venatoria appena conclusa non sono stati abbattuti nemmeno la metà dei capi previsti). Tutto ciò a causa di una scarsa efficacia e/o volontà delle squadre di caccia al cinghiale elbane che, ovviamente, non hanno alcuna intenzione di ridurre la popolazione del suide per poter così continuare a cacciare all’infinito dentro l’Area Protetta. Proprio per questo, Legambiente Toscana e WWF Italia hanno recentemente proposto ricorso al T.A.R. contro la Delibera dell’ex Commissario Barbetti che autorizzava nuovamente le braccate nel Parco. Per quanto riguarda le altre tecniche di prelievo messe in opera dal Parco, il Sottosegretario Tortoli dichiara ancora che “…cattura dei suidi con trappole e, come anzidetto, abbattimenti selettivi mediante l’impiego di personale specializzato. Tali interventi, tuttora in corso, sembrano contribuire significativamente alla soluzione del problema…”. Anche questa è un’affermazione che purtroppo non corrisponde al vero: dall’estate 2002 non vengono effettuati nel Parco abbattimenti mediante personale istituzionale; inoltre, ad oggi, non è stata ancora riattivata la campagna di trappolamento, infatti, l’ex Commissario Barbetti, nonostante i precisi impegni, non è riuscito ad avviare le procedure per le catture degli ungulati. Il potenziamento di queste tecniche, altamente efficienti, permetterebbe di risolvere in poco tempo l’emergenza cinghiali all’Isola d’Elba (anche puntando a quell’eradicazione che molti esperti ritengono realizzabile e necessaria ma che l’On. Tortoli ritiene “non tecnicamente realizzabile”), ma, evidentemente, al fine di assecondare le aspettative della componente venatoria, l’Ente Parco non ha ritenuto utile né perseguire, al di là dei proclami a mezzo stampa, tale obiettivo, né tener conto dei pareri sfavorevoli del Ministero riguardanti la braccata. Forse, anche all’Elba si sta seguendo la stessa logica “elettoralistica” della sconcertante proposta di legge per introdurre la caccia nelle Aree protette; a questo proposito Legambiente e Arcicaccia invitano tutti i cittadini a sottoscrivere l’appello “Impediamo la barbarie venatoria”, è sufficiente digitare www.legambiente.com, cliccare su canale 2 e scegliere “campagne”, scorrere la barra blu laterale e cliccare sull’appello suddetto.


cinghiali 7

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